martedì, Aprile 23, 2024

“La recita di Versailles”, Paolo Rossi in scena al Teatro Bellini

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Paolo Rossi in scena con “La recita di Versailles” al teatro Bellini, compie un  sovversivo e divertente  viaggio nel mondo del grande commediografo di Re Sole.

di Giuseppe Giorgio E’ puntando sulla parodia, ovvero sul rovesciamento comico di qualche cosa normalmente ritenuta seria e prendendo di mira le opere e la vita di Molière, proprio come Antonio Petito, con la sua visione buffa di quella Francesca da Rimini già raccontata da Dante,  prese di mira Silvio Pellico e la sua tragedia del 1815, Paolo Rossi al teatro Bellini, compie un  sovversivo e divertente  viaggio nel mondo del grande commediografo di Re Sole. Facendo spettacolo quasi aggiungendo un altro passaggio all’antica formula del teatro nel teatro,  partendo dal suo stesso testo scritto con Giampiero Solari su un canovaccio di Stefano Massini, l’attore ed autore Paolo Rossi,  grazie allo spunto offerto dai tre celebri capolavori di Jean Baptiste Poquelin: “Misantropo”, “Il Tartufo” e “Il Malato immaginario”, prova a raccontare alla sua maniera, con la tecnica del dietro le quinte, le vicissitudini della compagnia del capocomico più famoso di tutti tempi al cospetto del grande Luigi XIV di Borbone nella cornice di una Versailles mozzafiato. Ed è appunto con il titolo “La recita di Versailles” chiaramente riferito alla celebre “Improvvisazione” che Paolo Rossi trasferendosi a turno dal suo corpo a quello di  Molière, guida la sua compagnia attraverso una lunga serie di parallelismi divisi tra la storie e le anomalie di un presente sgangherato e  corrotto. Diretto da Giampiero Solari, Rossi, non impiega molto per regalare al pubblico uno spettacolo pungente ed insolentemente canzonatorio capace di mettere più di una volta alla berlina i tic di una società  malata ed ottusa. Affiancato da un’ affiatata  compagnia composta da  Lucia Vasini, Fulvio Falzarano, Mario Sala, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari, Stefano Bembi, Bika Blasko, Riccardo Zini, Karoline Comarella, Paolo Grossi, con le musiche eseguite dal vivo da “I Virtuosi del Carso” ed i costumi di Elisabetta Gabbioneta, la storia che Rossi propone sembra trasformarsi in un piacevole, intelligente e moderno gioco. Utilizzando lo spunto offerto dalla richiesta di Luigi XIV che nel 1663 chiese a Molière di allestire in poche ore una nuova commedia da rappresentare a corte,  Rossi ed i suoi compagni di scena offrono al pubblico uno spettacolo di istinto, dove non si sa mai quando finisca il recitato ed inizi l’improvvisazione.  Nel segno comune della trasgressione, il commediografo francese viene quasi vivisezionato, nonchè portato in scena spaccato a metà tra il privato ed il pubblico.  Passando dal politico, al ruolo del Papa con il basco dalla stella rossa, così come dal personaggio di Molière a quello di un Paolo Rossi scatenato e senza peli sulla lingua,  lo spettacolo tra i momenti di vita ispirati alla biografia anche amatoria del celebre commediografo, assume presto la forma di una satira capace di colpire senza pietà politici e Vaticano. Perfettamente in equilibrio tra il passato, il presente ed il futuro, “La recita di Versailles”, in scena al Bellini fino a domenica, prodotta dallo Stabile di Bolzano, risulta tagliente e vivace così come le canzoni di Gianmaria Testa ed il continuo rimbalzare di Rossi, alla pari di una pallina da ping pong, tra il ruolo di sé stesso e quello del famoso teatrante di corte, per una costruzione scenica trasversale, arguta e fortemente ruggente.

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