Sono state ben 31 le scosse avvertite nel corso dello sciame sismico che si è sviluppato nella notte tra il 25 e il 26 novembre nell’area dei Campi Flegrei.
La terra dei Campi Flegrei ha tremato ieri sera e nella notte: sono state registrate 31 scosse in sequenza, con la principale di magnitudo 3.3 alle 23:21, con ipocentro a circa 3 km di profondità — dato che, nella caldera vulcanica, fa sentire con maggiore intensità anche terremoti non particolarmente forti. Come riferisce Geopop, lo sciame sismico è iniziato alle 23:09 e si è esteso per quasi un’ora, con percezioni udite non solo nei comuni flegrei ma anche in diversi quartieri di Napoli.
Secondo lo stesso monitoraggio, nella settimana precedente (17-23 novembre) erano già stati registrati 110 terremoti localizzati nell’area e la velocità di sollevamento del suolo, legata al bradisismo, risultava mediamente intorno ai 25 millimetri al mese — un dato che, pur stabile, conferma la sensibilità del territorio e l’importanza costante della sorveglianza geologica.
L’epicentro della scossa principale è stato localizzato tra Pozzuoli e Bagnoli, con effetti avvertiti in comuni come Bacoli, Monte di Procida, Quarto, Marano, Calvizzano e Qualiano; la scossa è risultata percepita anche in molte zone di Napoli, generando apprensione, anche se finora non si segnalano danni strutturali.
Gli esperti intervistati da fonti locali ed evidenziati da Geopop avvertono che non esistono elementi certi che suggeriscano un’imminente eruzione. Tuttavia, viene ribadita la necessità di mantenere alto il livello di allerta attraverso il monitoraggio continuo delle deformazioni del suolo e delle micro-scosse che permangono.
In una terra come i Campi Flegrei — antica, instabile e vissuta — ogni scossa lascia il segno. Ma stavolta non è solo paura: è un promemoria della fragilità e della delicatezza di chi abita queste pendici. Un invito a restare vigili, ma senza cedere al panico: informazione, consapevolezza e attenzione restano le armi migliori.
