lunedì, Giugno 30, 2025

Vesuvio, nuove scosse di terremoto: gli esperti spiegano cosa succede

La terra è tornata a tremare nell’area del cratere del Vesuvio, creando preoccupazione tra gli abitanti della zona: ecco cosa sta succedendo e quanto dobbiamo avere paura.

La scorsa domenica la terra è tornata a tremare nell’area del cratere del Vesuvio. Una serie di piccole scosse di terremoto di magnitudo 2.5 hanno creato preoccupazione tra gli abitanti della zona. A intervenire sulla vicenda, alcuni esperti, che hanno spiegato, sulle pagine del ‘Corriere del Mezzogiorno’, cosa sta succedendo e, soprattutto, perché non c’è motivo di allarmarsi.

Mauro Antonio Di Vito, vulcanologo che dalla scorsa estate è il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, ha sottolineato come “Questa sismicità sul Vesuvio si verifica periodicamente ed è legata alla dinamica del vulcano. Non ha le caratteristiche di un terremoto correlato alla risalita del magma. Chiaramente dobbiamo seguire la sismicità nei prossimi giorni per capire se ci saranno variazioni significative, ma allo stato francamente non ci sono novità rilevanti. Nulla di cui preoccuparsi o allarmarsi”.

“Il Vesuvio – ha aggiunto – è continuamente sorvegliato in relazione a vari parametri: emissioni idrotermali, temperatura, composizione biochimica delle fumarole, inclinazione del vulcano. Utilizziamo vari strumenti, dalle telecamere termiche disse e mobili ai satelliti. Nessuno dei parametri che seguiamo ci suggerisce che in questa fase stia accadendo qualcosa che debba suscitare allarme”.

Dello stesso avviso il vulcanologo Giuseppe Luongo, che ha diretto alcuni anni fa l’Osservatorio Vesuviano. “Quella che si è verificata è una scossa solo un poco più forte di quelle che avvengono normalmente, ma comunque di energia modesta. Non ha un grande significato. Se guardiamo i bollettini mensili, ci accorgiamo che da tempo il Vesuvio ha un’attività piuttosto bassa ed abbastanza costante. Non c’è una tendenza pericolosa”.

Il vulcanologo ci ha tenuto, comunque, a invitare ad aggiornare i piani di protezione civile legati ad una eventuale eruzione. Non perché quest’ultima sia imminente, ma perché, come riportato dal ‘Corriere’, “cambiano nel tempo alcuni fattori, soprattutto quelli antropici ,e progredisce la ricerca scientifica”.

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