A 41 anni dalla strage del Rapido 904, familiari e istituzioni tornano a chiedere verità e giustizia durante la commemorazione dell’attentato.
«Dopo 41 anni siamo ancora qui a chiedere verità e giustizia».
Parole che non hanno perso forza né urgenza quelle pronunciate da Rosaria Manzo, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage del Rapido 904, nel corso della cerimonia commemorativa dell’attentato che il 23 dicembre 1983, nella galleria di San Benedetto Val di Sambro, causò 16 morti e oltre 260 feriti.
Una ferita ancora aperta nella storia del Paese, ricordata nei pressi del binario 11, da cui partì il treno diretto a Milano. Manzo ha ribadito la necessità che le indagini non vengano archiviate definitivamente, sottolineando come la recente notizia di un’indagine della Procura di Firenze a carico di un boss della camorra abbia riacceso una speranza a lungo sopita.
«Abbiamo sentito i nostri legali per capire come sta procedendo l’inchiesta – ha spiegato –. Ci auguriamo che si arrivi finalmente al punto, che emergano quei “converging interests” di cui si parla da anni, ma senza mai indicare nomi e responsabilità precise. La memoria serve proprio a questo: accompagnarci verso la verità e, quindi, verso la giustizia».
L’anniversario di quest’anno assume un valore ancora più simbolico: ricorrono infatti i 40 anni dalla fondazione dell’associazione dei familiari delle vittime, nata con un unico obiettivo, mai abbandonato: ottenere verità e giustizia per una “strage efferata”, come l’ha definita Manzo, che ha segnato per sempre le vite dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime.
Alla commemorazione è intervenuto anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha voluto sottolineare il valore nazionale della memoria del Rapido 904. «Napoli si ferma per ricordare una strage che non ha colpito solo la nostra città, ma l’intera comunità nazionale. È stato un attentato vile che ha spezzato vite innocenti e inciso profondamente nella coscienza civile del Paese».
Il primo cittadino ha poi ribadito il ruolo delle istituzioni: «Abbiamo il dovere di stare accanto ai familiari, di custodire la verità e di trasmettere alle nuove generazioni il valore della legalità e della giustizia. Solo così possiamo costruire una società più sicura, più giusta e più solidale».
