Minacce, mazze, violenze e un sequestro lampo in una sala scommesse a Scampia: così hanno costretto una famiglia a lasciare la propria abitazione. La Polizia ha fermato sette persone.
La camorra torna a colpire nel cuore di Scampia, ma questa volta lo Stato risponde. Sette persone, ritenute esponenti di vertice e affiliati del clan che fa capo alle famiglie Cifariello e Cancello, sono state arrestate dalla Polizia di Stato con l’accusa di aver sequestrato un uomo e la sua famiglia per impossessarsi di un alloggio popolare.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il gruppo criminale avrebbe prima atteso i familiari della vittima sotto casa, armati di mazze, per intimidirli. Non riuscendo nell’immediato a ottenere le chiavi dell’appartamento, hanno poi sequestrato il proprietario all’interno di una sala scommesse, punto di ritrovo della cosca. Qui l’uomo sarebbe stato trattenuto con la minaccia di liberare l’abitazione entro un’ora, mentre il figlio veniva mandato a recuperare le chiavi come forma di “riscatto”.
Una volta costretta a lasciare l’immobile, la famiglia ha scoperto che uno degli esponenti del clan si era insediato nell’appartamento insieme ai propri familiari, arrivando persino a indossare i vestiti dei legittimi proprietari e a sostituire la targhetta della porta con il proprio nome.
La spirale di violenza non si è fermata: la moglie e la figlia del proprietario, nel tentativo di chiedere spiegazioni, sarebbero state aggredite con pugni e minacce e obbligate a consegnare anche l’automobile di famiglia.
Nel corso delle perquisizioni successive agli arresti, gli agenti hanno trovato ingenti somme di denaro contante, cellulari e un orologio di valore, beni ritenuti legati alle attività illecite del gruppo.
Un’operazione che segna un colpo duro al clan dominante a Scampia, confermando – come sottolineano fonti investigative – la pressione costante dello Stato contro i tentativi della criminalità organizzata di controllare il territorio e imporre la propria legge anche sugli alloggi popolari.
