sabato, Aprile 20, 2024

Quartieri Spagnoli, blitz anti camorra: 53 arresti

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

Colpo al cuore dei clan dei Quartieri Spagnoli: 53 persone, ritenute appartenenti a tre diversi gruppi criminali, sono finite in manette nell’ambito di un blitz anti camorra.

Sono 53 le persone destinatarie di un’ordinanza cautelare, emessa dal gip del tribunale partenopeo su richiesta dei magistrati della locale Direzione distrettuale antimafia, ed eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli e della Compagnia Napoli Centro e dalla polizia di Stato di Napoli. I reati contestati, a vario titolo, sono: associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.

Il provvedimento compendia gli esiti di diverse indagini eseguite dalla Squadra mobile, dal Comando provinciale di Napoli e dalla Compagnia carabinieri Napoli Centro, tra il 2018 e il 2020, che hanno documentato l’esistenza e l’operatività di un’associazione di tipo mafioso, armata, strutturata in alcuni gruppi criminali operativi nella zona centrale del capoluogo e, in particolare, nei cosiddetti Quartieri Spagnoli di Napoli, con di cooperazione con i più potenti clan camorristici dei Mazzarella e dei Contini.

Il primo dei gruppi criminali è quello capeggiato da Eduardo Saltalamacchia, Vincenzo Masiello e Antonio Esposito, dedito ad attività estorsive, soprattutto ai danni di commercianti e gestori di piazze di spaccio, al controllo e alla gestione della vendita al dettaglio della droga, in particolar modo nelle zone della Pignasecca, di largo Baracche e della Speranzella, e ad ogni altra attività finalizzata al controllo del territorio. In particolare Saltalamacchia ha ripreso il controllo della zona della Pignasecca, con Esposito e Masiello, operativi nelle zone della Speranzella e di largo Baracche dopo la sua scarcerazione avvenuta nel dicembre 2019.

L’attività di indagine ha poi documentato l’esistenza e l’operatività di un gruppo criminale facente capo al pregiudicato Carmine Furgiero, alias “o’pop”, e al figlio Luigi, dedito a un fiorente traffico di stupefacenti nella zona di vico Canale a Taverna Penta, che da anni sovvenziona i clan malavitosi dei Quartieri, ricevendo all’occorrenza da questi ultimi sostegno ed ausilio.

Le indagini hanno ricostruito, anche attraverso le immagini di sistemi di videosorveglianza, la frenetica attività di vendita al dettaglio della droga che avveniva presso la famigerata piazza di spaccio nei pressi delle abitazioni della famiglia Furgiero. E’ stato poi dimostrato come lo stesso gruppo criminale si avvalesse di numerosi pusher che, dopo contatti telefonici, provvedevano a recapitare le dosi a domicilio, direttamente anche presso le case dei clienti. Proprio in vico Taverna Penta, il 18 maggio 2020, gli spacciatori lì presenti furono raggiunti da colpi di arma da fuoco e risposero ad appartenenti a un gruppo criminale contrapposto che intendeva affermare il predominio sull’area, imponendo il pagamento della tangente estorsiva.

Lo spessore criminale del gruppo è stato provato – si legge in una nota congiunta – dalla ricostruzione di un conflitto a fuoco scaturito dopo un diverbio, nel corso del quale alcuni degli indagati, sostenuti dal gruppo criminale diretto da Saltalamcchia, Esposito e Masiello, ingaggiarono uno scontro con pistole e mitragliette, a seguito del quale alcuni di loro riportarono anche delle ferite.

Sono emersi, inoltre, elementi indiziari in merito alla esistenza, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, di un altro gruppo criminale che fa capo alla famiglia Masiello, al cui vertice ci sono Antonio, alias “o’nu”, e suo figlio Vincenzo, alias “o’cucù”, in grado di gestire una fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, oltre ad avere la disponibilità di armi da fuoco. La piazza era militarmente presidiata h24 da vedette, che si alternavano in base a turni prestabiliti.

La droga era detenuta e confezionata all’interno di un immobile in vico Teatro nuovo. Le cessioni avvenivano attraverso panieri calati dalle finestre o consentendo l’accesso all’acquirente accompagnato dal pusher: in quest’ultimo caso, essendo la porta di accesso chiusa dall’interno, le chiavi venivano lanciate all’esterno. In caso di sequestro degli stupefacenti da parte delle forze dell’ordine, il cliente, dopo aver esibito il verbale di sequestro e la conseguente contestazione amministrativa, otteneva a titolo gratuito un’ulteriore dose di droga: in questo modo, l’organizzazione comprava l’omertà dell’acquirente fidelizzandolo.

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