Contestato il metodo mafioso al presunto autore, già detenuto per una sparatoria nei baretti di Chiaia. L’episodio avvenuto lo scorso 9 febbraio a Pianura.
È accusato di aver gambizzato un giovane come forma di “punizione” all’interno delle dinamiche criminali del quartiere Pianura: si tratta di C.R.G., 20 anni, ritenuto affiliato al gruppo delle “case gialle”, considerato orbitante nel clan Esposito-Marsicano.
Nella mattinata di oggi, i carabinieri della stazione di Bagnoli gli hanno notificato, nel carcere dove è già detenuto, una nuova ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
La gambizzazione è avvenuta lo scorso 9 febbraio, e all’indagato sono contestati i reati di detenzione e porto illegale di arma da fuoco, aggravati dal metodo mafioso. L’azione violenta, secondo gli inquirenti, sarebbe stata motivata da “manchevolezze” della vittima, punita secondo un rituale tipico delle organizzazioni criminali.
Il presunto autore è già in carcere per un’altra vicenda: il 1° febbraio, pochi giorni prima dell’agguato, aveva partecipato a una violenta aggressione armata in un bar della zona dei “baretti” di Chiaia, sempre a Napoli.
Fondamentali per ricostruire i fatti sono state le dichiarazioni della vittima, l’analisi dei tabulati telefonici e le immagini di videosorveglianza. Il ferimento fu interrotto grazie all’intervento tempestivo di alcuni residenti, che allarmarono subito le forze dell’ordine dopo aver udito gli spari.
L’inchiesta prosegue per delineare ulteriori responsabilità e per chiarire il ruolo dell’indagato all’interno del contesto criminale di riferimento.
