Dallo sciopero generale al porto occupato, la mobilitazione contro il blocco navale su Gaza e l’attacco alla Global Sumud Flotilla si trasforma in un grido politico: “Blocchiamo tutto”.
Napoli ha risposto in massa alla giornata di mobilitazione nazionale contro il blocco navale su Gaza e l’attacco alla Global Sumud Flotilla. Oltre 50 mila persone hanno sfilato oggi per le strade del capoluogo campano, trasformando lo sciopero generale indetto da Cgil e Usb in una delle manifestazioni più partecipate degli ultimi anni.
Dal concentramento al porto
Il corteo è partito da piazza Mancini, dove si sono radunati studenti, sindacati, attivisti e semplici cittadini. Come riportato da “Repubblica Napoli”, la colonna di manifestanti ha attraversato il centro fino a raggiungere il porto di Napoli, riuscendo a bloccarne gli accessi per alcune ore. Un gesto dal forte valore simbolico, visto che l’iniziativa nasce a difesa della Flotilla umanitaria diretta verso Gaza.
Le ragioni della protesta
Lo sciopero e il corteo avevano come obiettivo denunciare la complicità del governo italiano nel blocco navale, accusato di impedire l’arrivo di aiuti umanitari alla popolazione palestinese. Come sottolineato da “Fanpage”, tra gli slogan più scanditi figuravano “Palestina libera” e “Blocchiamo tutto”. La protesta partenopea si è così intrecciata con la mobilitazione nazionale lanciata dalle sigle sindacali Usb e Cgil a sostegno della popolazione di Gaza.
Disagi in città e momenti di tensione
La giornata ha avuto forti ripercussioni sulla mobilità. Ritardi e cancellazioni per i treni in arrivo e in partenza dalla Stazione Centrale, linea 1 della metro ferma per problemi tecnici, servizio ridotto per bus e tram, mentre la linea 2 ha continuato a funzionare. Secondo quanto riferito da “Il Mattino”, al porto l’ingresso dei manifestanti ha causato momenti di tensione con le forze dell’ordine, schierate per presidiare gli accessi.
Una mobilitazione politica e sociale
Il corteo di oggi ha rappresentato non soltanto un atto di solidarietà internazionale, ma anche un segnale politico forte. Napoli ha scelto di farsi sentire, unendo studenti, sindacati e cittadini in un unico grido di protesta contro guerre, blocchi e silenzi. Una mobilitazione che resterà impressa nella cronaca cittadina come una delle più partecipate degli ultimi anni.
