La vittima uccisa a Marano era estranea alla camorra e gli esecutori del delitto, ritenuti affiliati al clan Polverino, l’avevano scambiata per un soggetto che stava intrattenendo una relazione con la sorella di uno di loro.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due indagati affiliati al clan Polverino, già detenuti, ritenuti gravemente indiziati dell’omicidio e della distruzione del cadavere del giovane Giulio Giaccio. I fatti sono avvenuti a Marano di Napoli il 30 luglio 2000, data a partire dalla quale dell’operaio edile se ne erano perse le tracce.
Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, condotte dal Nucleo Investigativo fino al marzo 2022 anche grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito di appurare che la vittima era estranea a contesti di criminalità organizzata e che gli esecutori del delitto l’avevano erroneamente identificata per un soggetto che stava intrattenendo una relazione con la sorella di uno di loro, che non l’approvava; che si trovava nei pressi della propria abitazione, era stata raggiunta dagli indagati che, fingendosi poliziotti, l’avevano costretta a salire a bordo dell’autovettura su cui viaggiavano.
Pur avendo negato ogni coinvolgimento nella relazione, veniva uccisa con un colpo d’arma da fuoco ed il cadavere distrutto completamente, utilizzando acido.
