La violenta aggressione avvenuta a Fuorigrotta, ai danni di un uomo pestato sotto gli occhi dei figli e della madre anziana, conferma ancora una volta la gravità del fenomeno delle baby-gang. Non si tratta di episodi isolati: negli ultimi mesi la cronaca ha già registrato aggressioni simili, segnale di una deriva sociale che colpisce il cuore stesso delle nostre comunità.
Lo affermano Nelide Milano, Ilaria Puglia e Barbara Tafuri portavoce della Rete per la Sicurezza dei Minori e degli Adolescenti, da anni impegnata nel dialogo costante con le istituzioni, le forze dell’ordine e il Prefetto di Napoli, Michele di Bari.
Ribadiamo quindi con fermezza che non basta la sola repressione: è necessario un impegno educativo e culturale profondo e continuativo, capace di fornire ai giovani strumenti concreti per la gestione delle emozioni e dei conflitti.
È necessario fermare le mani prima che si armino.
Questa deve essere la priorità: interrompere la catena di violenza quando è ancora possibile, prima che l’assenza di regole interiori e la mancanza di riferimenti valoriali trasformino l’aggressività in tragedia irreversibile.
Per affrontare questo allarme sociale servono interventi su più livelli, innanzitutto un rinnovato patto educativo che coinvolga famiglie, scuole e società civile. Crediamo poi sia necessario un adeguamento degli strumenti investigativi e delle modalità di intervento sul territorio e una urgente riflessione sulla legislazione minorile, oggi spesso inadeguata di fronte a fenomeni sempre più gravi e precoci.
Il rammarico più profondo è constatare che, nonostante gli allarmi già lanciati e le vite spezzate per mano di coetanei, si continui ad assistere a nuove barbarie.
Non possiamo permettere che i nostri ragazzi crescano in un clima di paura, né che la violenza diventi linguaggio ordinario delle relazioni.
La Rete ribadisce con forza la necessità di un impegno corale e immediato.
La sicurezza dei minori e la salvaguardia del loro futuro non sono più rinviabili.
