sabato, Dicembre 13, 2025

Donald al Bellini: con Massini come specchio crudele dell’epoca del potere

Stefano Massini, autore e interprete tra i più lucidi della scena contemporanea, approda al Teatro Bellini con “Donald – Storia molto più che leggendaria di un Golden Man”, prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana.

Il suo racconto, sospeso fra cronaca, mito e parabola politica, è una dissezione teatrale del nostro tempo, una riflessione vertiginosa su ciò che accade quando l’uomo smette di essere persona e si fa marchio, simbolo, feticcio mediatico. Massini entra in scena con l’energia di un narratore antico, capace di attraversare la storia recente con la potenza di un aedo che ha il compito di rivelare, non solo di raccontare.

“Donald”, l’uomo, il dio, il semidio, compare davanti agli occhi del pubblico come apparve nel 2015 al mondo intero: scendendo lentamente da una scala mobile, avvolto dalle note trionfali di un inno popolare. È l’immagine primordiale di un potere che nasce già in diretta, costruito per l’adorazione di massa. Dopo le epopee economiche di “Lehman Trilogy” e “Manhattan Project”, Massini torna a scrutare l’America, quella delle luci e delle vertigini, raccontando l’ascesa del miliardario newyorkese che, come un novello Prometeo dell’economia, ha osato riscrivere a proprio uso le regole del denaro, della politica, perfino della morale collettiva.

Dal suo attico di tremila metri quadri, sospeso su Manhattan, Donald veglia sul mondo come un monarca dorato: il palcoscenico perfetto per un uomo che ha confuso il potere con la performance e la realtà con la sua proiezione televisiva. Massini, con il suo linguaggio ritmico e incalzante, trasforma questa parabola contemporanea in una narrazione universale. Alterna ironia e disincanto, paradosso e visione, in un flusso che non concede tregua.

L’attore-autore mette a nudo il meccanismo di un sogno collettivo degenerato: quello in cui il successo diventa dogma, la ricchezza misura di verità, l’apparenza unico valore riconosciuto. Donald non è soltanto Trump: è il riflesso deformante di un Occidente che applaude ai propri carnefici, di una società che ha sostituito la politica con il marketing e la fede con il profitto. Sostenuto dalle musiche di Enrico Fink eseguite da Valerio Mazzoni, Sergio Aloisio Rizzo, Jacopo Rugiadi e Gabriele Stoppa, Massini costruisce una partitura scenica tesa e vibrante, in cui la parola si fa ritmo, denuncia, respiro.

Il teatro, in questa dimensione, ritrova la sua funzione originaria: essere occhio critico, specchio e ferita. “Donald – Storia molto più che leggendaria di un Golden Man” non è soltanto un racconto biografico: è un grido politico, un’esplorazione della seduzione del potere nell’era del reality globale. Uno spettacolo necessario, che non consola ma scuote, ricordandoci che il confine fra il mito e la manipolazione è ormai invisibile. In scena al Teatro Bellini, il lavoro conferma Stefano Massini come uno dei pochi autori capaci di restituire al teatro la sua missione più alta: interrogare il presente, costringendolo a guardarsi dentro.

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