giovedì, Marzo 28, 2024

Addio a Roberto Fiore, patron del Napoli

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Roberto Fiore, nato a Portici nella frazione di Bellavista ma crebbe nel quartiere napoletano del Vasto, si è spento nella sua casa di Posillipo all’età di 93 anni.Fu presidente del Napoli dal 1964 al 1967. Il club partenopeo sotto la sua presidenza divenne una S.p.A.. Sotto la sua guida furono acquistati Omar Sivori e Josè Altafini e si registrarono 69000 abbonati.

Nuova retrocessione, altri due anni di purgatorio, poi un terzo posto in A e la vittoria della Coppa delle Alpi (1965/66). Il 25 giugno del 1964, però, l’ A.C. Napoli si era trasformata per atto del notaio Monda in Società Sportiva Calcio Napoli, con capitale di 120 milioni, ottanta dei quali interamente versati dai nuovi soci. Achille Lauro, sempre “dentro”, non versò una lira, ottenendo ugualmente il quaranta per cento delle azioni per i crediti vantati. Tra i nuovi entrati suo figlio Gioacchino. Il Presidente fu Roberto Fiore eletto dopo una serie di incontri, scontri e tentativi di creare cordate alternative e, addirittura, un “nuovo” Napoli. Un sodalizio nuovo, in effetti, fu realmente fondato, su suggerimento di Gigino Scuotto, Presidente azzurro l’anno prima, e si chiamò Napoli Football Club: come Presidente ebbe Giovanni Proto. sscnapoli roberto fioreProto era Consigliere Comunale Monarchico, e questo rendeva verosimile che stesse agendo d’accordo con il suo amico e compagno di partito Achille Lauro. Il quale, sulle prime, si mostrò molto interessato, al punto di far preparare in Federazione dal funzionario Perlasca le carte per il passaggio della proprietà, poi prese tempo e infine disertò l’incontro risolutivo. Giovanni Proto, quasi non avesse conosciuto il carattere del Comandante, se la prese al punto di strappare la tessera dell’Unione Monarchica e di dichiararsi indipendente nel Consiglio Comunale. E, a ulteriore dispetto, spostò gli interessi del neonato Napoli Football Club sulla Cirio che, cambiando il nome in Internapoli, militò nel Campionato di Serie D, prendendosi il gusto di lanciare in Serie A, nella Lazio, due calibri pesanti come Giorgio ChinagliaLong John” e Pino Wilson.

Con Roberto Fiore i napoletani videro finalmente un gran bel Napoli. Fiore, negli anni Novanta Presidente della Juve Stabia in C2, mise a segno, grazie anche alla furbizia di don Achille Lauro che restava Presidente Onorario, due clamorosi colpi di mercato: a distanza di qualche settimana prese dalla Juventus prima Omar Sivori poi Josè Altafini. Il tasso di qualità della squadra aumentò enormemente, in formazione azzurra c’erano il grande Totonno Juliano, Faustinho Canè, Vincenzo Montefusco, Postiglione, Panzanato, Bean, eccetera. Quel Napoli si classificò terzo, subito dopo Inter e Bologna, e prendendosi lo sfizio di rovinare la festa del decimo Scudetto all’Inter. Proprio nell’ultima di Campionato vinse sui nerazzurri al San Paolo per 3 a 1, con tripletta di Altafini. Prima di allora mai Napoli così vicino allo Scudetto.

Fiore non si fermò, pensava a Nils Liedholm per il settore giovanile, e per rinforzare ancora di più la squadra, al granata Gigi Meroni, il cui acquisto fu ostacolato, praticamente impedito, da Lauro e dai dirigenti Tardugno e Corcione, probabilmente invidiosi dei successi di don Roberto, che aveva anche arruolato 69 mila abbonati. Fiore dovette comunque lasciare le redini a Gioacchino Lauro. Campionato 1967/68, secondo posto, primo il Milan. Tra i dirigenti spunta un giovane ingegnere con poche azioni e poche parole, Corrado Ferlaino.

Oltre a ricoprire la carica di Presidente di Napoli, dal 1967 al 1968 fu chiamato dal presidente Umberto Lenzini per ricoprire il ruolo di direttore sportivo della Lazio. Dal 1986 al 1988 fu presidente dell’Ischia, mentre dal 1990 al 1997 fu presidente della Juve Stabia. Nel 1985 ricoprì l’incarico di presidente del Circolo Nautico Posillipo, anno in cui il sodalizio rosso-verde divenne campione d’Italia di pallanuoto.

(fonte e foto SSCNAPOLI)

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