martedì, Dicembre 23, 2025

Clan Amato-Pagano, summit a Melito e estorsioni: 11 misure cautelari della DIA

Operazione della DIA contro il clan Amato-Pagano: 11 misure cautelari tra Melito e Napoli. Contestati summit di camorra, estorsioni, riciclaggio e beni intestati fittiziamente.

Nuovo colpo della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli contro il clan Amato-Pagano. Al termine di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, sono state notificate undici misure cautelari, dieci delle quali eseguite direttamente dalla DIA, nei confronti di soggetti ritenuti a vario titolo coinvolti nelle attività del gruppo camorristico.

Summit di camorra in una casa “insospettabile”

Al centro dell’inchiesta figura anche una coppia di coniugi di Melito di Napoli, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo gli investigatori, i due avrebbero messo a disposizione la propria abitazione come luogo sicuro per i summit del clan, consentendo agli affiliati di riunirsi ritenendosi al riparo da controlli e intercettazioni.

Estorsioni legate alle aste giudiziarie

Le indagini hanno inoltre fatto emergere un sistema di intimidazioni nei confronti di cittadini e imprenditori che riuscivano ad acquistare immobili attraverso aste giudiziarie. In almeno un episodio documentato, il clan avrebbe avanzato una richiesta estorsiva iniziale di 10mila euro, poi ridotta a 3mila euro. Le conversazioni intercettate dagli investigatori hanno permesso di ricostruire nel dettaglio la dinamica della richiesta, mascherata come un “regalo” dovuto al clan.

Beni di lusso e intestazioni fittizie

Gli uomini della DIA hanno accertato che esponenti di vertice del gruppo disponevano di auto e moto di elevato valore commerciale, tra cui Audi sportive e Yamaha, formalmente intestate ad aziende riconducibili a imprenditori compiacenti. Per giustificarne l’uso, venivano predisposti falsi contratti di noleggio, con l’obiettivo di eludere controlli patrimoniali.

Riciclaggio e trasferimenti di denaro all’estero

All’interno del quadro investigativo rientrano anche reati di riciclaggio e autoriciclaggio. Parte dei proventi illeciti sarebbe stata trasferita su carte di credito prepagate e successivamente movimentata verso la Spagna, nel tentativo di rendere più difficile la tracciabilità dei flussi di denaro.

L’ultimo arresto

La DIA di Napoli ha infine notificato l’ultima misura cautelare emessa dal gip su richiesta della Dda partenopea: uno degli indagati, ritenuto essere uno dei due coniugi coinvolti nella messa a disposizione dell’abitazione per i summit, si è presentato con il proprio legale presso la caserma dei carabinieri di Marano di Napoli, dove gli investigatori hanno completato gli adempimenti di rito.

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