domenica, Dicembre 28, 2025

Castellammare di Stabia, perito assicurativo intimidito e gettato in mare: 2 fermi

Due arresti a Castellammare di Stabia per un’aggressione a un perito assicurativo impegnato in una perizia tra barche. La DDA contesta la tentata estorsione con aggravante mafiosa e ipotizza legami con il clan D’Alessandro.

Un episodio di intimidazione ai danni di un consulente assicurativo, attivo nel settore nautico, ha portato all’arresto di due uomini a Castellammare di Stabia. Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, delineano un’azione mirata a forzare l’esito di una perizia relativa a un incidente tra imbarcazioni, con il fine di ottenere indennizzi più alti rispetto ai parametri spettanti.

L’aggressione in mare

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il tecnico incaricato della perizia è stato avvicinato con frasi dal tono perentorio e minaccioso, prima di essere spinto fuori bordo e trascinato al largo. Mentre si preparava a documentare il natante, l’uomo sarebbe stato sollevato di peso e lanciato in mare, a pochi metri dalla costa, non senza insulti e avvertimenti sulla sua presenza in zona. L’aggressione avrebbe avuto luogo il 10 ottobre, in un contesto che gli investigatori ritengono segnato dall’intento di controllo territoriale tipico della criminalità organizzata.

Le accuse e l’aggravante mafiosa

La DDA contesta ai due indagati il tentativo di interferire con l’operato del perito mediante coercizione violenta, qualificando il fatto come tentata estorsione, con l’inasprimento legato all’adozione di modalità di stampo mafioso. L’aggravante del “metodo clanistico” – usato per esercitare pressione psicologica e fisica – è al centro della contestazione mossa dal pubblico ministero Giuseppe Cimmarotta.

I profili degli arrestati

I provvedimenti restrittivi disposti dal giudice per le indagini preliminari di Napoli, su istanza della procura specializzata, riguardano due soggetti identificati come E.G., 42 anni, e F.G., 47 anni. Gli elementi raccolti dagli investigatori li riconducono a un gruppo criminale considerato vicino al clan D’Alessandro, sodalizio radicato nell’area stabiese.

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