C’è un teatro che educa, che forma, che accoglie. Un teatro che non si limita alla scena ma che si fa cammino interiore, esperienza collettiva, laboratorio dell’anima. Questo è il teatro del Madrearte di Villaricca, che nei giorni scorsi ha chiuso il suo anno formativo con una vera e propria maratona di emozioni sul palcoscenico del Teatro Cimarosa di Aversa. Tre giorni, venti ore di rappresentazioni, oltre cento allievi in dieci classi, più di duemila spettatori: numeri importanti per una realtà che ha fatto dell’arte scenica un veicolo di crescita umana e culturale, soprattutto per le nuove generazioni.
Sul palco, un caleidoscopio di testi e suggestioni: da Čechov alla commedia dell’arte, da Eduardo De Filippo al Piccolo Principe, fino al teatro socio-educativo. In scena bambini, adolescenti, giovani e adulti, ciascuno inserito in una delle dieci classi che portano nomi emblematici della storia del teatro: Bacco, Dioniso, Plauto, Tespi, De Filippo, Viviani, Shakespeare, Goldoni, Pirandello, Molière. Un modo per radicare fin da subito l’esperienza teatrale nella consapevolezza della sua eredità storica e simbolica.
Ma ciò che più colpiva, al di là delle singole performance, era la potenza vitale sprigionata da chi calcava la scena. Volti giovani, spesso alla prima esperienza, capaci però di restituire con verità e impegno quella magia antica che solo il teatro sa evocare. A guidarli, con passione e rigore, un corpo docente affiatato e qualificato: Giovanni Meola, Angela Panico, Cristian Izzo, Antonio Dell’Isola, Adriana Granata e il direttore stesso del Madrearte, Antonio Diana, che ha voluto sottolineare: “Il teatro, oltre ad essere performance, è innanzitutto un’esperienza di crescita. È relazione viva con il pubblico, educazione al rispetto, esercizio d’empatia e creatività. È quella forma d’arte di cui l’umanità non potrà mai fare a meno, perché c’è e ci sarà sempre bisogno di emozioni autentiche, di parole che si incarnano, di sguardi che si cercano”. Un messaggio chiaro, necessario, che risuona ancor più forte in un tempo in cui la superficialità e la frenesia sembrano inghiottire la profondità dello stare insieme. Il teatro, invece, insegna la lentezza dell’ascolto, l’arte del confronto, la bellezza dell’imperfezione condivisa. E in questo, il Madrearte si conferma presidio culturale e sociale imprescindibile per l’area nord di Napoli, frequentato soprattutto da adolescenti e giovani in cerca di una voce, di un orizzonte, di un’identità.Una realtà in espansione, che da settembre potrà contare su una seconda sede nel cuore di Giugliano in Campania. Un nuovo spazio per continuare a seminare bellezza, a formare coscienze, a offrire teatro come strumento vivo di educazione e cittadinanza. Perché, oggi più che mai, fare teatro significa investire nell’essere umano.