Pippo Baudo si è spento a Roma a 89 anni. Con oltre 60 anni di carriera, ha segnato la storia della Rai e scoperto generazioni di talenti: da Bocelli a Pausini, da Ramazzotti a Hunziker.
È morto Pippo Baudo, all’anagrafe Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo. Il grande conduttore e autore televisivo si è spento a Roma all’età di 89 anni, dopo una lunga malattia. Nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, era considerato il volto più rappresentativo della televisione italiana, con una carriera che ha attraversato oltre sei decenni di storia del piccolo schermo.
Il suo debutto risale ai primi anni ’60, ma il vero successo arrivò nel 1966 con “Settevoci”, primo tassello di un percorso che lo avrebbe reso protagonista assoluto del varietà televisivo. In Rai legò il suo nome a programmi storici come “Domenica In”, “Fantastico”, “Serata d’onore”, “Canzonissima” e, soprattutto, al Festival di Sanremo, condotto per ben 13 volte, record assoluto.
Baudo è stato anche un grande talent scout: a lui si devono le prime apparizioni televisive di artisti come Andrea Bocelli, Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Michelle Hunziker, Giorgia, Irene Grandi, Gigi D’Alessio, Lorella Cuccarini e Heather Parisi, senza dimenticare Beppe Grillo, lanciato negli anni ’80.
La sua carriera non è stata priva di difficoltà: dall’esperienza non fortunata a Mediaset, dove approdò a fine anni ’80 dopo essere stato definito “nazional-popolare” dall’allora presidente Rai Enrico Manca, alle vicende giudiziarie degli anni ’90. Eppure Baudo seppe sempre rialzarsi, tornando più volte in Rai con programmi di successo e conquistando l’affetto del pubblico.
Conosciuto come “Super Pippo”, Baudo rimase in attività fino alla metà degli anni 2010, conducendo per l’ultima volta Domenica In nel 2016. Negli ultimi anni le sue apparizioni si erano diradate, fino all’ultima partecipazione televisiva a Ballando con le stelle nel 2021 come “ballerino per una notte”.
Figura iconica della cultura popolare italiana, Pippo Baudo ha incarnato come pochi altri lo spirito della televisione di intrattenimento: capace di unire generazioni, di raccontare il Paese con leggerezza e spettacolo, ma anche con autorevolezza.
Con la sua scomparsa si chiude un’epoca: quella dei grandi mattatori del piccolo schermo, insieme a Corrado, Mike Bongiorno ed Enzo Tortora, i “quattro moschettieri” della tv.
