Il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci ha annunciato che chiederà al governo di procedere alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale nell’area dei Campi Flegrei. Ma cosa comporta?
“Il perdurare dello sciame sismico, che in due mesi ha fatto registrare tre scosse ben avvertite dalla popolazione, suggerisce la necessità di procedere alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale nell’area dei Campi Flegrei”. Lo ha dichiarato il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, al termine del vertice presieduto a Roma al quale hanno partecipato il capo dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano, il capo dipartimento per la prevenzione e ricostruzione di Casa Italia Luigi Ferrara, il capo gabinetto Riccardo Rigillo ed il capo ufficio legislativo Francesco De Luca.
“Il provvedimento – ha voluto precisare il ministro – risponderebbe essenzialmente all’esigenza di assicurare, in regime straordinario, la velocizzazione delle procedure già in atto, definite dalle varie norme varate dal governo Meloni nell’ultimo anno e mezzo in relazione al rischio sismico in atto nei Campi Flegrei, connesso al bradisismo. Chiederò quindi al presidente della Regione Campania la necessaria intesa, prima di portare la proposta di delibera all’esame del Consiglio dei ministri”.
Come funziona lo “stato di emergenza nazionale” e cosa comporta
Lo stato di emergenza nazionale è un istituto giuridico che consente al governo di adottare misure straordinarie per fronteggiare rapidamente calamità naturali o eventi eccezionali che non possono essere gestiti con i mezzi e i procedimenti ordinari. Trova il suo fondamento nel Codice della Protezione Civile (D.lgs. 1/2018), che definisce e regola questo strumento essenziale per la gestione delle crisi.
Si tratta di un regime temporaneo che sospende parzialmente l’ordinario assetto dei poteri pubblici per consentire interventi rapidi ed efficaci in situazioni di emergenza.
Chi lo dichiara e come viene attivato
Il percorso che porta alla dichiarazione dello stato di emergenza inizia solitamente dal territorio colpito. Le autorità locali, come sindaci e presidenti di regione, effettuano una prima valutazione dei danni. Successivamente, il presidente della Regione interessata invia una richiesta formale al governo. Il Dipartimento della Protezione Civile analizza la situazione e valuta la necessità dell’intervento straordinario. Se la richiesta è considerata fondata, il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente del Consiglio, delibera lo stato di emergenza.
La delibera del Consiglio dei ministri deve specificare:
- la durata dello stato di emergenza (massimo 12 mesi, prorogabili per altri 12);
- l’estensione territoriale;
- le prime risorse economiche stanziate;
- l’eventuale nomina di un Commissario straordinario.
Poteri straordinari e deroghe normative
Una volta dichiarato lo stato di emergenza, si attivano poteri straordinari che consentono di emanare ordinanze in deroga alla legislazione vigente, fermo restando il rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico. È possibile requisire beni mobili e immobili necessari per fronteggiare l’emergenza e attivare procedure di somma urgenza per l’affidamento di lavori pubblici senza aspettare i tempi degli iter ordinari. I territori a cui viene riconosciuto lo stato di emergenza nazionale possono richiedere risorse umane e materiali da tutto il territorio nazionale e autorizzare occupazioni d’urgenza ed espropriazioni. Tutte queste deroghe alle normali procedure amministrative permettono di accelerare gli interventi quando ogni minuto può essere prezioso per salvare vite umane o limitare i danni.
Il ruolo della Protezione civile
Il dipartimento della Protezione civile assume un ruolo centrale durante lo stato di emergenza. Coordina gli interventi attraverso il comitato operativo, che riunisce tutte le componenti del Servizio nazionale di Protezione civile, e la direzione di comando e controllo (Dicomac), che opera come centro di coordinamento avanzato nelle zone colpite. A livello territoriale, il coordinamento avviene tramite i Centri di coordinamento Soccorsi (Ccs) a livello provinciale e i Centri operativi misti (Com) e comunali (Coc) a livello locale.
Durante l’emergenza, la Protezione Civile può attivare anche il Meccanismo Europeo di Protezione Civile per richiedere assistenza internazionale quando necessario.
Come vengono gestite le risorse finanziarie
La gestione economica dello stato di emergenza prevede un primo stanziamento urgente dal Fondo per le emergenze nazionali, seguito da successivi stanziamenti con ordinanze del Capo del Dipartimento della Protezione Civile. È inoltre possibile sospendere termini di pagamento di tributi e contributi nelle zone colpite e aprire contabilità speciali per i Commissari delegati.
I fondi vengono utilizzati per il soccorso e l’assistenza alla popolazione, il ripristino dei servizi essenziali, gli interventi di somma urgenza, i contributi per l’autonoma sistemazione delle persone sfollate e i primi interventi di riduzione del rischio residuo.
