martedì, Aprile 30, 2024

Santa Maria a Vico, frode fiscale da un milione: sequestrati beni di una società

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Luigi Maria Mormone
Luigi Maria Mormonehttps://www.2anews.it
Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Frode fiscale nel Casertano: sequestrati beni per 240mila euro nei confronti di una società operante nel settore del commercio all’ingrosso di computer e software.

Scoperta frode fiscale nel Casertano. La Guardia di Finanza di Marcianise ha eseguito un sequestro preventivo, per un valore complessivo di oltre 240mila euro, sul patrimonio finanziario di una società con sede a Santa Maria a Vico a ed operante nel settore del commercio all’ingrosso di computer e software, nonché su quello del rappresentante legale.

L’adozione della misura cautelare reale è intervenuta a seguito di una verifica fiscale eseguita dalla Guardia di Finanza, con riferimento agli anni dal 2015 al 2018 che ha permesso di scoprire una frode fiscale organizzata da I.G., cl. 1976, legale rappresentante della società verificata. Egli, infatti, anche mediante la costituzione di una società fittizia in Slovenia, ha utilizzato fatture false per abbattere il debito fiscale, ai fini reddituali e dell’IVA della propria società.

Gli accertamenti svolti hanno consentito di ricostruire fatture per operazioni inesistenti per oltre 4 milioni di euro, che hanno contribuito a generare un’evasione d’imposta per circa 1 milione di euro. Inoltre, è stata accertata la condotta illecita del rappresentante legale della società che ha impiegato nell’attività imprenditoriale i profitti dell’attività delittuosa, al fine di ostacolare la ricostruzione della provenienza degli stessi.

Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Marcianise e coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno consentito di raccogliere un consistente quadro indiziario in merito al reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti.

Considerato l’elevato valore indiziario degli elementi raccolti nel corso dell’attività d’indagine, il Giudice per le indagini preliminari, in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione della “confisca per equivalente”, ha disposto il sequestro preventivo delle disponibilità liquide della società e, per equivalente, dei beni nella disponibilità del suo rappresentante legale, per un valore pari all’imposta evasa.

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