giovedì, Aprile 25, 2024

Virtuosismi e “coloriti” musicali nelle mani “magiche” di Andrea Griminelli

- Advertisement -

Notizie più lette

Carlo Farina
Carlo Farinahttps://www.2anews.it
Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Serata di grande musica, con il flautista Andrea Griminelli, uno dei più grandi virtuosi di questo strumento, ospite dell’Associazione Scarlatti. Gli fa eco l’ottima formazione cameristica “Accademia di Santa Sofia”. 

Dopo i primi due concerti dedicati rispettivamente la pianoforte (Vacatello) e al violino (Gibboni), il terzo concerto della Associazione Scarlatti è stato dedicato prevalentemente al flauto, del quale lo stesso direttore artistico Tommaso Rossi, è un eccellente esecutore.

Ritornando a noi, il terzo nome altisonante che ha animato questo nuovo appuntamento, è stato quello di Andrea Griminelli, un noto virtuoso del flauto che, già all’età di dieci anni, aveva studiato con i leggendari Rampal e Galway, quest’ultimo addirittura lo definì il più grande flautista salito alla ribalta della scena musicale da tanti anni.

Tralasciando i suoi numerosi successi che ha accumulato durante le sue fortunate e indimenticabili tournée nei vari teatri più famosi e prestigiosi del mondo, Griminelli ha proposto per questo suo impegno partenopeo alcune pagine scelte di quello che fu uno dei periodi più fecondi per la musica a cavallo tra Seicento e Settecento, ove chiunque avesse voluto intraprendere una carriera musicale, la massima aspirazione era quella di studiare a Venezia o a Napoli; qui c’erano le due scuole più prestigiose dell’epoca e suoi massimi rappresentanti li ritroviamo in Vivaldi e Albinoni per Venezia e Mercadante e Durante per Napoli. La Sinfonia per archi e basso continuo in sol minore detta “La serenissima” di Tommaso Albinoni, ci ha subito immersi nell’atmosfera dell’epoca, con l’eccellente esecuzione del raffinato ensemble “Accademia di Santa Sofia” sostenuta dal primo violino Riccardo Zamuner, che spesso ritroviamo nelle vesti di solista, come virtuoso del suo prezioso strumento.

Con il Concerto per flauto e archi in mi minore di Mercadante, Griminelli si è presentato al pubblico della Scarlatti, regalando subito momenti di grande emozione, soprattutto con un trascinante e virtuosistico terzo movimento, il “Rondò russo”. Ma è con Francesco Durante e con il suo Concerto n.8 in la maggiore detto “La pazzia” che la serata è entrata prepotentemente in una nuova dimensione, armonica, ritmica e virtuosistica, sottolineata da una perfetta e lodevole esecuzione, dove l’apporto contrappuntistico che Durante ha dato alla “scuola napoletana” trova il suo semplice riscontro anche in questo delizioso e piacevole Concerto, dove l’abilità del “nostro” virtuoso, ha sapientemente saputo sottolineare i passaggi più belli e insidiosi, con un‘esecuzione perfetta e memorabile.

Con il Concerto per flauto, archi e basso continuo detto “Il Gardellino” (o il Cardellino) di Antonio Vivaldi, che già dalle prime battute sottolinea, attraverso le capacità virtuosistiche del flauto, il canto delicato e spensierato di questo adorabile uccellino, Griminelli ha ufficialmente concluso il suo concerto.; l’idea di una natura libera e gioiosa, caratterizza l’intero concerto, anche nel lirico e “cantabile” adagio del secondo movimento, per sfociare in un veloce e animato finale, tutto all’insegna di un affermata e direi ormai consolidata felicità, che Griminelli rende abilmente e con efficace realismo attraverso il suo grande apporto virtuosistico. Prima di congedarsi, ci ha regalato ben tre bis, la famosissima Csardas di Vittorio Monti, brano virtuosistico popolare scritto originariamente per violino e pianoforte e magistralmente eseguito con il suo “magico” flauto; poi un secondo bis estremamente virtuosistico, della durata di appena un minuto: tanto è bastato per dimostrare con stupefacente bravura la tecnica della “respirazione costante” durante l’esecuzione del celeberrimo “Volo del calabrone” di Rimskij-Korsakov; un brano di raffinata ed intensa bellezza interiore, forse il più bello scritto per flauto, la “Danza degli Spiriti beati” di Gluck, dall’Orfeo ed Euridice, ha concluso definitivamente una serata, sottolineata da lunghi e forti applausi, che ancora adesso mi accompagnano nel ricordo di quella serata, che posso senza dubbio affermare indimenticabile. 

- Advertisement -
- Advertisement -
- Advertisement -

Ultime Notizie