di Gianmarco Giugliano – Assurdo commentare una squadra che domina l’avversario, lo costringe a veder giocare a calcio, ad essere accerchiato e immobilizzato nella propria trequarti e leggere a fine partita che il risultato è 1-1. Sarri, a fine partita, parlerà di una squadra “adolescente” e questa definizione è, forse, la più corretta. Bello come chi è giovane, intraprendente come chi ha voglia di fare, spregiudicato come chi non sa che l’ostacolo è dietro ogni angolo è pronto a farti cadere.
Peccato, perché i ragazzi lottano e meriterebbero, per il gioco espresso, molto più punti di quello che dice la classifica. Ma tra “adolescenza” e sterilità offensiva, la classifica parla di un Napoli in grande sofferenza. Tra le note positive, sicuramente Insigne sempre in partita e spesso pericoloso; buon Hamsik tra le linee.
Sotto la sufficienza sicuramente Gabbiani e Mertens per la stupida ammonizione che lo costringerà a saltare l’Inter. C’è però qualcosa che resterà indimenticabile questa sera ed è il reciproco tributo che Napoli ha dedicato a Paolo Cannavaro e che lo stesso Cannavaro ha dedicato alla città andando a cantare sotto la curva. Al di là delle tattiche, delle plusvalenze e dei procuratori c’è qualcosa che fa ancora battere il cuore a questo mondo: l’amore di un figlio per la propria città. Bellissima scena.
Adda passa’ a’ nuttata direbbe Eduardo… e, forse, è proprio così. Rientrerà Milik, arriverà un altro attaccante, matureranno ancora i vari Zielinsky, Diawara, Maksimovic.
Adda passa’ a’ nuttata…
Articolo pubblicato il: 28 Novembre 2016 21:55