venerdì, Marzo 29, 2024

Ponticelli: preso il killer di Nunzia D’Amico, la donna boss del rione Conocal

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Francesco Monaco
Francesco Monacohttps://www.2anews.it
Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

L’omicidio, avvenuto nel quartiere Ponticelli, è stato frutto di una precisa strategia da parte del clan De Micco, che aveva come obiettivo l’annientamento dei rivali.

Svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Nunzia D’Amico, reggente dell’omonimo clan con roccaforte nel rione Conocal del quartiere Ponticelli a Napoli, avvenuto nel 2015. La Squadra Mobile partenopea ha eseguito una misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti Antonio De Martino, 30 anni, esponente della cosca rivale dei D’Amico dei De Micco, che deve rispondere di omicidio premeditato, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo e ricettazione, con l’aggravante mafiosa e per agevolare e consolidare l’espansione del clan nel quartiere di Ponticelli.

Le indagini hanno consentito di delineare il contesto e di individuare almeno due degli esecutori materiali del delitto, uno dei quali e’ rimasto a sua volta vittima di un agguato di camorra nell’agosto 2016. De Martino e’ stato gia’ condannato anche per un altro omicidio commesso a dicembre 2016, quello di Ferdinando Solla.

La dinamica dei fatti

L’omicidio di Nunzia D’Amico, commesso il 10 ottobre 2015 con 8 colpi sparati alla testa della donna, e’ stato frutto di una precisa strategia da parte dei De Micco che aveva come obiettivo non solo il controllo assoluto delle piazze di spaccio del rione Conocal, ma anche la dimostrazione la loro capacita’ di annientamento dei rivali. La donna fu colpita all’interno della propria roccaforte, un gesto eclatante che aveva lo scopo di rendere evidente la fine dell’organizzazione dei ‘Fraulella’ (soprannome dei D’Amico), e che rese necessario lo studio scrupoloso degli spostamenti della vittima, la predisposizione di un alibi per i capi del clan De Micco e l’infiltrazione nella stessa famiglia D’Amico.

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