venerdì, Marzo 29, 2024

Napoletani scomparsi in Messico, venduti a criminali per 43 euro

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Luigi Maria Mormone
Luigi Maria Mormonehttps://www.2anews.it
Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Napoletani scomparsi in Messico: arrestati 4 poliziotti coinvolti (come confermato dalla Farnesina).

Emerge uno scenario tragico dietro il caso dei tre napoletani scomparsi in Messico (nello stato di Jalisca), Raffaele Russo (60 anni), suo figlio Antonio (25 anni) e il nipote Vincenzo Cimmino (29enne), dei quali non si hanno più notizie dallo scorso 31 gennaio. I tre sono stati “venduti” da poliziotti corrotti a una banda di criminali, il Cartello di Jalisco Nuova Generazione, per la cifra complessiva di 43 euro. Coinvolti in tale “trattativa” 4 agenti della polizia locale di Tecalitlan (tre uomini e una donna), arrestati e accusati ora di “sparizione forzata”. La notizia è stata data dal procuratore statale Raul Sanchez Jimenez, citato dai media messicani, e poi confermata dalla Farnesina. I tre napoletani non sono stati tuttavia localizzati.Napoletani scomparsi in Messico, spunta la pista narcos Così il portavoce della famiglia Russo, Gino Bergamè: “I nostri familiari sono stati venduti per 43 euro a una banda di criminali, per poco più di 14 euro a persona. Siamo arrabbiatissimi –ha dichiarato Bergamè- Le autorità italiane si muovano per tentare di capire cosa sia successo. Speriamo che siano ancora vivi”. Fonti dell’ufficio del procuratore di Jalisco avevano riferito che Raffaele Russo si sarebbe registrato con un falso nome in alcuni hotel, facendosi chiamare generalmente Carlos Lopez. Inoltre, secondo le autorità messicane, il 60enne Russo aveva precedenti sia in Italia che in Messico per frode, dedicandosi alla vendita di generatori elettrici apparentemente tedeschi ma in realtà cinesi. Il figlio di Raffaele Russo, Francesco, ha replicato così a tali notizie dei media messicani: “Mio padre -ha dichiarato Russo- è una brava persona, andava a lavorare dalla mattina alla sera, ha 60 anni. Ma a prescindere da questo è una persona. Devono tornare a Napoli”. Si attendono sviluppi su questa vicenda, davvero incredibile se si pensa a quanto siano stati “valutati economicamente” degli esseri umani.

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