giovedì, Marzo 28, 2024

Meta di Sorrento, turista drogata e violentata: arrestati 5 dipendenti hotel

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Luigi Maria Mormone
Luigi Maria Mormonehttps://www.2anews.it
Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Cronaca di Napoli: cinque dipendenti di un hotel di Meta di Sorrento sono accusati di aver drogato e violentato una turista inglese.

La procura di Torre Annunziata ha disposto l’arresto per 5 tra dipendenti e ex dipendenti di un hotel di Meta di Sorrento: l’accusa è di violenza sessuale, aggravata dalla somministrazione di sostanze stupefacenti nei confronti di una turista inglese. Come riporta “Il Mattino”, il provvedimento è stato eseguito dai poliziotti del commissariato di Sorrento e della squadra mobile di Napoli alle prime luci dell’alba. Secondo i pm, nell’ottobre 2016 gli arrestati avrebbero prima drogato con la cosiddetta droga dello stupro (Z-drugs e benzodiazepine) e poi abusato in gruppo di una turista inglese ospite dell’albergo. I fatti accaddero durante l’ultima sera di permanenza della donna nell’hotel, quando due dei cinque arrestati, barman in servizio presso la struttura, offrirono alla donna 50enne e a sua figlia un drink contenente la “droga da stupro”.Violenza di gruppo su 15enne, il giudice: “Reato estinto, si sono pentiti” La donna fu poi condotta nell’adiacente locale piscina, dove entrambi i barman abusarono di lei. Consumata la prima violenza, la 50enne fu portata da un altro dipendente dell’hotel, che la condusse in una stanza alloggio del personale: ad attenderla vi era un numero imprecisato di uomini (almeno una decina) che la violentarono a turno, fotografandola e riprendendola con i telefonini. Ultimata la violenza di gruppo, uno di loro poi la riaccompagnò al piano della stanza. Rientrata in Gran Bretagna, la donna denunciò l’accaduto. È stato possibile pervenire all’identificazione solo di alcuni componenti del gruppo, tutti dipendenti dell’hotel, prima attraverso l’esame dei dispositivi sequestrati al personale maschile in servizio presso la struttura, da cui è emersa una chat dove gli autori dello stupro commentavano l’accaduto, nonché altri scambi di messaggi contenenti anche le foto della donna durante la violenza. Fondamentale è stato poi il rilevamento della presenza del Dna degli indagati sul corpo della vittima ed in particolare sulle aree interessate dalla violenza, oltre alla foto dei due barman scattata dalla cittadina britannica con il proprio telefonino e la presenza di un tatuaggio a forma di corona sul collo di uno degli autori dello stupro, come descritto dalla vittima. L’esame tossicologico sui campioni biologici della donna ha inoltre fatto emergere la somministrazione, nel periodo temporale coincidente con il denunciato stupro, di sostanze appartenenti alle classi farmacologiche meglio conosciute come “droga da stupro”, in grado di alterare la capacità di autodeterminazione e di reazione della vittima.

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