venerdì, Marzo 29, 2024

GDF Napoli: scoperta truffa di un milione di euro attuata col bonus cultura

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

GdF Napoli: scoperta truffa aggravata (con la complicità di cartolibrerie convenzionate) in relazione a “18app”. Divieto di contrattare per un anno con la P.A. a carico di 4 persone.

Nell’ambito di un’indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i finanzieri del comando provinciale di Napoli hanno dato esecuzione alla misura cautelare del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, per un anno, nei confronti di quattro persone, di 72, 57, 44 e 32 anni, per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Le attività investigative, condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria partenopeo e della compagnia di Giugliano in Campania, hanno evidenziato numerosi casi di illecito utilizzo da parte dei beneficiari del Bonus Cultura 18 App. Il beneficio, come noto, introdotto con lo scopo di promuovere e diffondere la cultura e la conoscenza del patrimonio culturale tra i neo-diciottenni, permette agli stessi di spendere, anche in più tranche presso esercizi convenzionati un buono del valore di 500 euro per l’acquisto esclusivo di libri o per l’ingresso a cinema, teatri, concerti e musei.GDF Napoli: scoperta truffa di un milione di euro attuata col bonus cultura E’ emerso che, con la complicità di cartolibrerie convenzionate, situate nell’area a nord di Napoli, tra Casoria, Casavatore e Marano, 2.326 bonus cultura “18App” sono stati indebitamente validati, per un ammontare complessivo di 1.162.500 euro.

In particolare, secondo l’ipotesi accusatoria avvalorata dal giudice per le indagini preliminari, i titolari delle cartolibrerie, a fronte della fittizia vendita di libri, elargivano ai beneficiari denaro contante per un importo oscillante tra i 200 e i 300 euro per ogni buono, richiedendone poi il rimborso per l’intero importo del valore di 500 euro.

I beneficiari del bonus, residenti anche in altre regioni italiane, venivano contattati mediante gruppi WhatsApp, Facebook e Telegram, creati da intermediari del sistema fraudolento, ricevendo la proposta di monetizzazione del buono. E’ stata anche avviata la procedura di recupero delle somme indebitamente beneficiate tramite il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

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