sabato, Aprile 20, 2024

Biagio Izzo, Procura di Napoli chiede domiciliari per turbativa d’asta

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Luigi Maria Mormone
Luigi Maria Mormonehttps://www.2anews.it
Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Biagio Izzo coinvolto in un’indagine su aste pilotate: voleva riacquistare una moto e un’auto che gli erano state pignorate.

La Procura di Napoli ha chiesto gli arresti domiciliari per l’attore Biagio Izzo, nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza che ipotizza presunti illeciti e favoritismi nelle procedure di riscossione dei tributi e nelle fasi successive di esecuzione forzata e giudizio dinanzi alla commissione tributaria. Nei mesi scorsi, il gip ha bocciato le richieste di arresti domiciliari avanzate dal pm Valter Brunetti nei confronti di Izzo e altri indagati. La Procura però ha impugnato questa decisione, chiedendo di nuovo l’applicazione degli arresti domiciliari. Ed è così che il confronto fra accusa e difesa si sposta adesso davanti al Tribunale del Riesame. L’appello del pm sarà discusso il prossimo 23 marzo.Biagio Izzo, Procura di Napoli chiede domiciliari per turbativa d’astaQuesta vicenda non mi riguarda – ha dichiarato il popolare attore a “Repubblica” – non ho parlato né chiesto favori a nessuno. Purtroppo conosco tante persone e c’è chi tenta di accreditarsi in questo modo. Si risolverà tutto in una bolla di sapone“. L’accusa per Izzo è di turbativa d’asta. Il suo nome va ricondotto ad alcune intercettazioni che riguardavano la vendita all’asta di una moto e di un’auto, oltre ad alcuni mobili. Beni che gli erano stati precedentemente pignorati nel corso di una analisi tributaria e in seguito di un lungo contenzioso con Equitalia, relativo ad alcune cartelle esattoriali, dei quali il comico voleva rientrare in possesso. In questo scenario entrano in gioco anche alcuni impiegati dello Stato, iscritti nel registro degli indagati: si tratta di Mario Parisi e Rodolfo Imperiale. I due, all’epoca dei fatti dipendenti di Equitalia, si sarebbero adoperati con la presunta complicità di un dirigente dell’istituto vendite giudiziarie di Napoli, Gianfranco Lombardi, per fare in modo che i beni fossero acquistati all’asta tenuta il 25 febbraio 2015 per poi tornare nella disponibilità di Izzo.

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