giovedì, Aprile 18, 2024

Baby Gang, il reportage di “Piazza Pulita” tra la “paranza”

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Luigi Maria Mormone
Luigi Maria Mormonehttps://www.2anews.it
Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Baby Gang: Micaela Farrocco (inviata della trasmissione de La7) ha approfondito a Napoli questa piaga sociale in “La guerra in testa”.

Ieri sera è andata in onda su La7 la trasmissione di approfondimento giornalistico Piazza Pulita, condotta da Corrado Formigli. Momento clou della puntata è stato un’inchiesta sul fenomeno delle baby gang, emerso in tutta la sua violenza negli ultimi tempi a Napoli. La guerra in testa (questo il titolo del reportage) ha portato l’inviata del programma Micaela Farrocco alla scoperta di questa piaga sociale. Il punto centrale del servizio è caratterizzato dall’“intervista” a quattro ragazzini tra gli 11 e i 14 anni, lontanissimi dalla maggioranza dei loro coetanei e che vanno orgogliosi di questa cieca violenza, autodefinendosi una paranza di baby gang che semina violenza tra Piazza San Gaetano e Piazza Bellini (pieno centro storico napoletano).Baby Gang, il reportage di “Piazza Pulita” tra la “paranza”Qui c’è una guerra tra i quartieri. Forcella è con noi. San Gaetano è con noi. Tribunali è con noi. Quartieri Spagnoli e Sanità sono contro. Se uno della Sanità viene qui, esce morto. Lo uccidiamo. Non abbiamo paura. Se loro tirano fuori il coltello, lo facciamo anche noi“, dice il più grande, 14 anni, “punto di riferimento” del gruppo. I ragazzini mostrano con orgoglio coltelli e pistole a salve, ed uno del gruppo addirittura si vanta di aver appena sparato alcuni piombini verso un militare in servizio. “A scuola ci andiamo poco, quasi mai. Abbiamo avuto problemi con la giustizia ma la galera ce la facciamo seduti sul gabinetto, non è niente per noi. Anche 30 o 40 anni passano. La polizia e i militari devono farsi i cazzi loro“. Presente all’interno del servizio anche la testimonianza della madre del 15enne detenuto nel carcere di Nisida, accusato di essere il gancio del branco che in Via Foria aggredì Arturo a colpi di coltello. La donna ha anche parlato con la madre della vittima, Maria Luisa Iavarone, la quale ha mostrato ancora una volta dignità e compostezza di fronte all’assurdità di quanto successo a suo figlio. La mamma di Arturo le ha chiesto collaborazione nella ricerca dei colpevoli di quanto accaduto.

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