sabato, Aprile 20, 2024

Cartoni e videogames: il rapporto tra videogiochi e animazione

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Videogiochi e animazione sono due settori dell’intrattenimento da sempre molto vicini, anche nei luoghi comuni che li accompagnano: storicamente visti come prodotti destinati a un pubblico giovane, in tempi moderni entrambi vivono una rivalutazione che li conduce a essere utilizzati anche per veicolare narrazioni decisamente mature. È per questa e altre affinità che, nel corso del tempo, numerosi sono stati gli adattamenti in una direzione o nell’altra: ci sono tantissimi esempi di videogiochi basati su opere animate, e di opere animate basate su videogiochi.

Pensiamo per esempio a numerosi videogiochi giapponesi: non sono pochi i casi in cui dai pixel si è passati a opere animate. Tra gli esempi più celebri va senz’altro citato il franchise Pokémon: in occidente è esploso in popolarità con la serie anime che, a partire dal 1997, ha reso celebri le creature create da Satoshi Tajiri. Questi però era uno sviluppatore che l’anno precedente, nel 1996, diede vita alla prima generazione di Pokémon, creature nate per una coppia di videogiochi per Game Boy. Anche Sonic, il riccio blu mascotte di Sega, ha compiuto un analogo balzo: dai platform che lo vedevano protagonista nei primi anni ’90 sono velocemente nate numerose opere di animazione, dal più risalente Le avventure di Sonic, del 1994, al più recente Sonic Prime, rilasciato su Netflix a fine 2022. Netflix ha anche prodotto un adattamento animato di Cuphead, videogioco del 2017 ispirato allo stile dei corti animati degli anni ’20 americani. Sempre americano era anche Che fine ha fatto Carmen Sandiego, serie di videogiochi educativi a tema investigativo degli anni ’80: nel 1994 ne venne prodotta una serie animata, seguito nel 2019 da un reboot in chiave moderna.Cartoni e videogames: il rapporto tra videogiochi e animazione

Sempre a proposito di animazione americana, non sono poche le serie animate made in USA che hanno fatto il balzo inverso, approdando al mondo del videogioco. Impossibile non partire dai Simpson: la celebre sitcom animata, giunta ormai alla trentacinquesima stagione, ha ricevuto nel corso degli anni innumerevoli adattamenti videoludici di vario genere: dal soft horror basato sugli special di Halloween al particolare open world di Hit&Run fino all’indimenticabile The Simpsons Wrestling, del 2001, dove i personaggi della serie si sfidavano sul ring. Andando oltre i Simpsons non sono pochi gli esempi di giochi casual, e tra questi un gran numero di slot machine: tra i giochi da casinò le slot sono quelle che meglio si prestano a variazioni tematiche, e uno particolarmente frequente è proprio quello di personaggi animati. Non sorprende quindi che, tra le tante slot offerte dalle piattaforme specializzate, spunti per esempio quella basata su Rick & Morty, serie animata di fantascienza inaugurata nel 2013. Merita menzione particolare Futurama, videogioco platform in cel-shading del 2003 basato sull’omonima serie animata: questa non ha ricevuto molte trasposizioni, ma la prima risulta meritatamente indimenticabile. Sono poi troppi per essere contati i titoli che, fin dagli anni ’90, portano sulle più diverse piattaforme i grandi classici degli studios animati statunitensi. Warner Bros, Hanna-Barbera, Cartoon Network Studios, Disney, Pixar: dozzine di personaggi animati sono apparsi in centinaia di videogiochi dei più svariati generi, dai più semplici titoli casual a vere e proprie espansioni, come nel caso di Disney’s Hercules del 1997.

Per finire, non mancano esempi di opere animate e videogiochi incentrati su personaggi nativi di altri settori, per esempio dei comics. Basta pensare a Batman: tra i personaggi maggiormente amati del fumetto statunitense, gli sono state dedicate sia numerose serie animate che diversi videogiochi, il più imponente dei quali è Arkham Knight del 2015. Guardando all’Europa, possiamo pensare ad Asterix e Obelix: il fumetto francese ha visto diverse trasposizioni animate e un gran numero di videogiochi a scorrimento, a partire dal 1983. Infine, impossibile non pensare al Giappone: dai più importanti manga vengono regolarmente tratti sia opere di animazione che videogiochi. Gli anime rappresentano storicamente il più importante contatto tra la cultura popolare giapponese e quella occidentale, trasmessi in occidente fin dagli anni ’70. I videogiochi invece appartengono spesso a generi del tutto particolari: basti pensare ai Musou, particolare elaborazione giapponese dell’Hack n’ Slash, utilizzati per rendere i combattimenti “eroici” tipici di molti battle manga. Animazione e videogiochi, in questo caso, si mostrano accomunati dalla capacità di riprendere personaggi di altri settori, ampliano le già ricche influenze reciproche.

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