venerdì, Marzo 29, 2024

Superlega: la sconfitta morale della nostra società

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Gianmarco Giugliano
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Gianmarco Giugliano, cura la pagina dello sport calcio di 2ANews, laureato in Giurisprudenza, scrittore e giornalista.

Così come è nata così sembra svanire l’idea della Superlega. Ormai quasi tutti i club fondatori hanno fatto un passo indietro con tanto di scuse. Ma cosa c’è dietro questi “golpe”?

Dopo aver fatto scoppiare la bomba, dopo aver fatto il “golpe” nel mondo del calcio, quasi tutte le società che avevano aderito alla Superlega si sono tirate indietro scusandosi. Vanno avanti praticamente solo Juventus e Real Madrid, per il momento.

Praticamente la bomba è stata fatta scoppiare ma non ha fatto né morti né feriti. Perché di una bomba si è trattata: di una bomba che era destinata a far morire le istituzioni calcistiche FIFA e UEFA.

Il golpe Superlega, secondo il mio parere, non tanto sta fallendo per le durissime prese di posizione con relative sanzioni di FIFA e UEFA ma per la “levata di scudi” delle tifoserie delle squadre che hanno aderito a questo progetto.

La fine o lo stop del progetto voluto da Perez e Agnelli non può, però, far dimenticare il problema che ha fatto nascere questa idea: l’enorme indebitamento sempre crescente e aumentato a dismisura causa pandemia. Il grido di dolore lanciato dalle più importanti società di calcio pone problemi di difficile soluzione ed ora, dopo la pessima idea di far nascere la Superlega, anche di rapporti ormai deteriorati.

In un mondo fantastico con una società ideale le 12 società si sarebbero riunite per decidere come affrontare il problema dell’indebitamento ed avrebbero trovato insieme soluzioni da adottare internamente per poi chiedere un aiuto al mondo del calcio. Semmai avrebbero messo un tetto agli ingaggi dei calciatori con eventuali premi di vittoria a fine stagione, avrebbero discusso del potere dei procuratori e di tutto ciò che ha portato a questa situazione. Invece no: non solo non ci confrontiamo con le istituzioni ma creiamo qualcosa di diverso che ci permetta di prenderci tutta la torta.

Tralascerei le ovvie e giuste riluttante dei tifosi e della stragrande maggioranza del popolo calcistico composto da società e giornalisti sportivi. Tralascerei anche le motivazioni egoistiche ed egocentristiche dei fondatori e mi soffermerei su quello che è il vero problema: la mancanza di dialogo e di umiltà.

Dialogo ed umiltà non sono mancati sono in questa occasione ma mancano, ormai, quasi in ogni istante della nostra vita: dalla scuola, ai rapporti di lavoro, alla politica.

Eppure dovrebbero essere i cardini fondanti di ogni buona società.

In filosofia il dialogo era visto come arte maieutica (grazie al quale si fa nascere qualcosa) ed era stato considerato da Socrate e Platone come fondamentale in ogni rapporto.

Soprattutto per Socrate la verità può essere raggiunta con la ragione, cioè col ragionamento, e, quindi, ognuno può scoprirla purchè si liberi da pregiudizi e tenda a ricercarla. Per Platone invece la verità è dentro ognuno di noi ma spesso ce ne dimentichiamo ed il dialogo serve a ricordarla.

Cosa è rimasto nel mondo di oggi dell’insegnamento di questi due filosofi? Quale rapporto tra esseri umani, oggi, è caratterizzato dall’umiltà e dal dialogo?

L’idea della Superlega nasce sì per risolvere i problemi economici delle società e per dare una novità (buona per pochi) al mondo del calcio ma nasce soprattutto per l’incapacità di comunicare, di sedersi ad un tavolo, ascoltare le ragioni dell’altro, avere l’umiltà di capire che anche le esigenze di chi ci è di fronte sono parimenti importanti come le nostre, cercare una soluzione che possa, alla fine, permettersi di alzare dal tavolo con una stretta di mano.

Sembra un mondo impossibile, iperuranico, ideale, eppure tutto questo dovrebbe essere alla base di ogni rapporto umano. Oggi le guerre non si combattono più in trincea ma in borsa, in economia, dietro il vessillo del dio danaro. I morti, però, si fanno comunque: non restano sui campi di battaglia i corpi … ma le anime. E, forse, è ancora peggio.

La Superlega non è una sconfitta o una vittoria di UEFA e FIFA ma è una sconfitta della nostra società, della nostra incapacità di dialogare, di ascoltare e di essere umili.

Ed allora non ci lamentiamo se di questi “golpe” ne vedremo sempre di più perché se davanti ad un brutto voto di un ragazzo a scuola si va direttamente dalla professoressa per inveire contro di lei allora non possiamo aspettarci che problemi più seri si risolvano diversamente.

Ora si parla si sanzioni, di squalifiche, di scuse ma, sinceramente, la sconfitta morale è di tutti noi: facciamocene una ragione e chiediamoci il perché.

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