venerdì, Marzo 29, 2024

Sanità, il Sud maglia nera. Per una mammografia 4 mesi di attesa

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Sanità: “Ancora troppe le criticità nell’accesso al sistema dei servizi sanitari”. Il record spetta alla mammografia: 4 mesi  di attesa in media quest’anno (+60 giorni rispetto al 2014).

Una Sanità sempre più in affanno emerge dall’ultimo Rapporto del Tribunale dei Diritti del Malato: dai tempi di attesa all’erogazione dei farmaci, dalla copertura vaccinale alla gestione delle emergenze e ai servizi per i malati oncologici, sono ancora troppe le criticità nell’accesso ai servizi sanitari che incidono sulla salute dei cittadini. Sebbene il Sud continui a tenere la maglia nera, anche le Regioni del Nord faticano ultimamente a mantenere livelli adeguati di assistenza ai cittadini. Sanità, il Sud maglia nera. Per una mammografia 4 mesi di attesaAumentano, rispetto a due anni fa, le regioni che non riescono a rispettare i Lea, i livelli di servizi essenziali. Mentre nel 2015 erano tre, Molise, Calabria e Campania, oggi anche Puglia e Sicilia hanno situazioni di particolare criticità. E non stanno particolarmente bene neanche la Toscana e la Basilicata. Come se non bastasse c’é un aumento considerevole di persone che rinunciano a curarsi. In pochi anni il numero di coloro che non riescono a permettersi una visita specialistica è cresciuto dal 4 al 6 per cento. Nel mezzogiorno addirittura la quota arriva al 10 per cento.

Al primo posto delle criticità rilevate dai cittadini le liste d’attesa troppo lunghe per accedere agli esami diagnostici, soprattutto in Abruzzo, Basilicata, Campania, Liguria, Marche e Puglia, ma non mancano difficoltà per i cittadini di Toscana, Emilia Romagna e Umbria. Il record spetta alla mammografia: 4 mesi  di attesa in media quest’anno (+60 giorni rispetto al 2014). Eppure la necessità di implementare nei modi e nei giusti tempi percorsi di approfondimento diagnostico terapeutico nelle diverse discipline mediche, insieme alla richiesta di salute dei cittadini è alta. Un esempio significativo lo troviamo nel bilancio della regione Lazio a valle dell’iniziativa ‘Ottobre Rosa’, il mese della prevenzione del tumore al seno: sono state effettuate 3.500 mammografie nella fascia di età 45/49 anni, cioè fuori dalla fascia dello screening gratuito, oltre 4.500 nella fascia di età 50/74 anni, cioè all’interno del percorso di prevenzione regionale e sono stati ben 394 i tumori diagnosticati. Un risultato importante che deve far riflettere.

Ma come fare se l’appuntamento per la prestazione ambulatoriale è troppo lontano?

Se le attese sono incompatibili con i propri bisogni di cura, si ha diritto a esigere la prestazione in tempi certi. Lo stabilisce il Piano nazionale di governo delle liste d’attesa (Pngla) 2010-2012, tuttora in vigore. Asl e ospedali devono far rispettare i tempi massimi stabiliti per le 58 prestazioni elencate nel Pngla (reperibile su www.cittadinanzattiva.it) in particolare per 14 visite specialistiche (come cardiologica e oculistica) da garantire entro 30 giorni dalla richiesta; per 29 diagnosi strumentali (come mammografia e Tac) da erogare entro 60 giorni, per 15 interventi chirurgici in day surgery o in regime di ricovero ordinario (per esempio: tumore al colon) che vanno eseguiti entro 30 giorni o in base alle specifiche “classi di priorità” previste per le operazioni (per la diagnostica e la specialistica i tempi massimi devono essere rispettati nel caso di prime visite o primi esami, non per i controlli). Se l’Asl non è in grado di individuare una struttura pubblica o convenzionata in cui la prestazione sia erogata nei tempi stabiliti per legge si può chiedere di ottenerla in regime libero-professionale (intramoenia) pagando solo il ticket, se dovuto, come stabilisce la Legge n. 124/98 (e anche il Piano nazionale di governo delle liste d’attesa).

Ma come far valere questo diritto?

Bisogna chiedere l’autorizzazione per fare la visita o l’esame in intramoenia presentando un’istanza formale (meglio tramite raccomandata con ricevuta di ritorno) al direttore generale dell’Asl – o dell’Azienda ospedaliera – e all’Assessorato regionale alla Sanità. Un facsimile dei moduli per la richiesta si può trovare sul sito di Cittadinanzattiva.

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