venerdì, Aprile 19, 2024

Mucca pazza & Co., la malattia dei cervi zombie. C’è rischio per l’uomo?

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Maria Sordino
Maria Sordinohttps://www.2anews.it
Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.

È una malattia simile a quella della mucca pazza e ha decimato cervi, renne e alci nel Nord America. Secondo gli esperti, in futuro potrebbe mutare e colpire anche l’uomo.

La malattia dei cervi zombie è una malattia neurodegenerativa, che danneggia le proteine del cervello e ne riduce la funzionalità, inducendo nell’animale lo stato vegetativo. È una forma di encefalopatia spongiforme trasmissibile, proprio come il morbo della mucca pazza ed è causata anch’essa da un prione, una proteina impazzita in grado di diffondersi e replicarsi come un virus o un batterio.

Mucca pazza & Co., la malattia dei cervi zombie. C’è rischio per l’uomo?

Perchè viene chiamata ‘malattia zombie’?

La chiamano malattia zombie proprio perché i cervi colpiti mostrano degli atteggiamenti tipici degli zombie del cinema: assumono strane posture, non riescono a mantenere l’equilibrio e il coordinamento dei movimenti, hanno sete estrema e comportamento aggressivo. Alla fine, incapaci di alimentarsi, muoiono di stenti. 

La prima testimonianza della malattia risale al 1967, ma solo una decina di anni più tardi venne riconosciuta come forma di encefalopatia spongiforme trasmissibile. Oggi sta decimando le popolazioni di cervi e alci di ben 23 stati degli Usa.

Nel caso di cervi, alci e renne, il contatto con il prione avviene solitamente durante i pasti: brucando l’erba contagiata da un esemplare malato, gli esemplari sani vengono attaccati dalle proteine mutanti, si ammalano e contribuiscono poi a loro volta a disperdere nuovi prioni.

Difficilmente l’uomo rischia di contrarre la malattia in questo modo, ma le patologie prioniche rimangono comunque un pericolo anche per la nostra specie, perché come per la famosa mucca pazza, possono diffondersi anche attraverso il consumo della carne e in alcuni casi anche solo col contatto di fluidi e tessuti degli animali malati.

Fino ad oggi, casi di infezione nell’uomo non sono mai stati registrati. Ma i prioni, sostengono gli esperti, possono evolvere per saltare da una specie ad un’altra. 

Ci sono rischi di contagio per l’uomo?

Una recente ricerca canadese sembra indicare che il rischio di contagio per la nostra specie non è poi così remoto. Lo studio è stato finanziato dall’Alberta Prion Research Institute dell’Università di Calgary, è iniziato nel 2009 ed è tutt’ora in corso.

Ha coinvolto 18 macachi, su cui sono stati sperimentati diversi possibili modi di trasmissione della malattia dei cervi zombie: inoculazione in vena e direttamente nel cervello, contatto con la pelle, e anche contatto alimentare.

E i risultati preliminari diffusi dall’istituto canadese hanno evidenziato che tre dei cinque macachi che sono stati alimentati con carne di cervo contaminato hanno effettivamente sviluppato la malattia.

Rischiamo una nuova epidemia?

È presto per dirlo, anche se da un paio di anni la malattia ha raggiunto i cervi della Norvegia. Intanto, in Canada, il governo ha diffuso un allarme, chiedendo alla popolazione di evitare il consumo di carne di cervo. Mentre in molti stati Usa viene consigliato ai cacciatori di far testare gli animali abbattuti prima di consumarne le carni.

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