mercoledì, Aprile 24, 2024

Influenza: da ottobre 2018 registrati 39 decessi e 191 casi gravi

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Maria Sordino
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Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.

L’influenza ha causato, a partire da ottobre ad oggi, 39 morti, mentre 191 sono state le persone ricoverate in terapia intensiva, tra cui anche 4 donne in gravidanza. È quanto riporta il bollettino settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità. 

L’influenza continua a mietere vittime. Da inizi ottobre, quando si sono registrati i primi sporadici casi, si sono verificati 39 decessi e 191 casi gravi. Gli eventi più drammatici hanno riguardato soggetti di età pari o superiore a 50 anni. Di questi, l’84% risultava senza vaccino. Inoltre, nel 77% dei casi gravi e nell’82% dei deceduti era presente almeno una condizione di rischio preesistente, come diabete, tumori, malattie cardiovascolari, respiratorie o obesità.

L’influenza è una malattia che si risolve normalmente in pochi giorni, ma in alcune situazioni può portare complicanze, tra cui la più frequente è la polmonite, che possono mettere in pericolo la vita di persone con comorbilità o che si trovino in condizioni precarie di salute.

Per questo motivo, ogni anno, il Servizio Sanitario Nazionale promuove la campagna vaccinale contro l’epidemia influenzale. 

In base alla situazione climatica del nostro paese e all’andamento delle precedenti epidemie influenzali (insorgenza, durata, picco) si consiglia la somministrazione del vaccino nel periodo autunnale, dalla metà di ottobre alla fine di dicembre.

La vaccinazione può essere effettuata gratuitamente recandosi presso le strutture sanitarie pubbliche o direttamente dal proprio medico di medicina generale. In generale, tranne che nei bambini fino ai 9 anni in cui è opportuna una seconda dose di richiamo, per tutti gli altri è sufficiente una sola dose di vaccino per garantire un’adeguata immunizzazione.

Chi non può fare la vaccinazione

Non possono essere vaccinati i bambini di età inferiore ai sei mesi, in quanto non ci sono studi clinici controllati in questa fascia d’età, soggetti che abbiano avuto una reazione allergica grave al vaccino o a un suo componente, persone che abbiano in corso una malattia acuta. In quest’ultimo caso, la vaccinazione può essere effettuata dopo la guarigione.

In ultimo, la vaccinazione è controindicata nelle persone che abbiano manifestato una particolare malattia neurologica (sindrome di Guillain-Barrè) entro 6 settimane da una precedente vaccinazione.

A chi è consigliata la vaccinazione 

Si consiglia la vaccinazione per tutte le persone che non presentino specifiche controindicazioni e desiderino evitare di contrarre l’infezione, come recentemente evidenziato dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg).

In Italia la vaccinazione è fortemente consigliata, e gratuita, per i seguenti gruppi di popolazione a rischio:

  • Persone dai 65 anni in sù.
  • Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni affetti da patologie congenite o croniche a carico di diversi apparati.
  • Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale;
  • Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza;
  • Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti;
  • Medici e personale sanitario di assistenza;
  • Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio;
  • Donatori di sangue.
  • Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani. Per tale ragione, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata a: allevatori, addetti all’attività di allevamento, addetti al trasporto di animali vivi, macellatori e vaccinatori, veterinari pubblici e libero-professionisti.

Infine, l’Associazione Italiana di Oncologia raccomanda anche ai pazienti in cura per un tumore di procedere alla vaccinazione. L’associazione sottolinea anche l’importanza di procedere alla vaccinazione dei famigliari del paziente. In caso di chemioterapia si consiglia di  effettuarlo prima che un paziente inizi la cura, se già in trattamento è possibile procedere con il vaccino due settimane prima del ciclo di chemioterapia previsto.

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