di Carlo Farina – Con la messa in scena, in questi giorni, del Ratto dal Serraglio di Mozart, il Teatro San Carlo ha voluto rendere omaggio a uno dei massimi registi teatrali del Novecento, Giorgio Strehler dedicandogli questo spettacolo nel ventennale della sua morte. Infatti, il regista Mattia Testi ha ripreso l’allestimento di questo lavoro mozartiano, che il grande regista triestino realizzò nel 1965 in occasione del Festival di Salisburgo, ottenendo un meritato successo. Fu lo stesso Strehler che affidò la “cura” e la regia a Mattia Testi, che da quel momento non ha più abbandonato questo spettacolo. Un lavoro lirico che però esce dai canoni classici di questo genere, poiché si tratta di un Singspiel, cioè di uno spettacolo in lingua tedesca che trae origine dall’opera buffa italiana, che a differenza dell’opera lirica, alterna parti recitate, senza l’ausilio della musica, a parti invece cantate che comprendono vere e proprie arie. Molto ricco e convincente il cast di cantanti scelti per portare in scena tale spettacolo, la napoletana Maria Grazia Schiavo (Konstanze) che si è alternata con l’ altrettanto brava soprano Elena Gorshunova, Steve Davislim (Belmonte), la bella Regula Muhlemann (Blonde), Mert Sungu (Pedrillo), Bjarni Thor Kristinsson (Osmin), Karl Heinz Macek (Selim) e Marco Merlini (il servo muto).
Articolo pubblicato il: 6 Novembre 2017 20:31