giovedì, Aprile 18, 2024

Rapinatore 16enne ucciso a Napoli, il carabiniere: “Mi sono qualificato”. Il padre accusa: “E’ stata una esecuzione”

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

Gli inquirenti al lavoro per ricostruire la vicenda in cui un giovane di 16 anni è stato ucciso a Napoli durante un tentativo di rapina ai danni di un militare, indagato per eccesso colposo di legittima difesa.

Baby rapinatore ucciso a Napoli | Un sedicenne morto la notte scorsa in una tragedia con protagonisti tutti giovani, un Pronto soccorso devastato, famiglie distrutte, quattro colpi di pistola contro il Comando provinciale dei carabinieri, nuovi SoS per sollecitare più vigilanza e più forze dell’ordine nei presidi ospedalieri: è forte il senso di disorientamento per una spirale di violenza che a Napoli non sembra aver termine e dove i ruoli si scambiano facendo diventare, alla fine, tutti vittime.

Stavolta è un tentativo di rapina a provocare la morte di un ragazzo il quale, secondo le ricostruzioni degli investigatori, insieme con un complice 17enne, prende di mira un carabiniere 23enne, in abiti civili e in auto con la fidanzata, per portargli via l’orologio, un Rolex. Nella zona di Santa Lucia, vicino al Lungomare, il 16enne Ugo Russo, armato di pistola ‘replica’ – ma, dicono i carabinieri, in metallo e del tutto simile a quella in uso alle forze dell’ordine – con il volto coperto con scaldacollo e casco, giunge in Via Generale Orsini con uno scooter insieme col complice, e tenta di rapinare il 23enne.

La vittima, carabiniere in servizio in provincia di Bologna, con la minaccia dell’arma puntatagli alla tempia, dopo essersi qualificato, come ha rivelato agli inquirenti, sottolinea il Comando provinciale, spara tre colpi con la pistola d’ordinanza, ferendo il 16enne al torace e al capo. Portato nell’ospedale Vecchio Pellegrini, nel cuore della Pignasecca, il minorenne muore poco dopo il ricovero. E qui scatta la rabbia degli amici e dei parenti del giovane: all’alba il Pronto soccorso viene devastato. I danni sono così rilevanti che il servizio viene sospeso e i pazienti trasferiti nei reparti e in altri ospedali (l’annuncio della riapertura nella serata di ieri).

Sono pesanti le accuse da parte del padre del ragazzo: “É stata una esecuzione, lo ha colpito alla nuca, si acquisiscano le immagini di videosorveglianza” mentre la nonna e la zia descrivono Ugo come un giovane timido che aveva solo voglia di lavorare (“Voleva andare a Londra”). E in serata decine di persone, sotto la pioggia, affollano, in un clima commosso, la stradina dei Quartieri Spagnoli dove abita la famiglia del minorenne ucciso.

Una vicenda inquietante e amara ma che non basta a raccontare una notte di violenza. Infatti, quattro colpi di pistola sono stati sparati ad altezza d’uomo nella notte contro la sede del Comando provinciale dei carabinieri, vicino al passo carraio, da due persone a bordo di uno scooter mentre si trovava nella caserma il 17enne ritenuto complice del tentativo di rapina. E le fonti investigative evidenziano che le ipotesi del gesto sono due: o una minaccia contro i militari o un avvertimento diretto ai familiari del complice 17enne – diverse donne si trovavano davanti all’ingresso pedonale del Comando – ritenuto responsabile di aver consentito che fosse il più giovane a compiere il tentativo di rapina. Una sfida aperta allo Stato e alle sue articolazioni.

Intanto, la Procura per i Minorenni di Napoli, al termine di un’attività istruttoria, ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti del 17enne, ritenuto responsabile della tentata rapina ai danni del carabiniere. Il provvedimento è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli. Il carabiniere di 23 anni e’, invece, indagato per eccesso colposo di legittima difesa; un atto dovuto, si afferma in ambienti investigativi, per consentire lo svolgimento degli accertamenti ‘irripetibili e garantiti’ che devono essere compiuti.

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