Lavorare per molti anni può essere particolarmente usurante, indipendentemente dall’età anagrafica. Ecco perché in alcuni casi al lavoratore è consentito andare in pensione una volta maturata una certa anzianità contributiva. Nel dettaglio, con l’attuale pensione anticipata si può smettere di lavorare a qualsiasi età. Purché si abbia maturato un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi (per gli uomini) o 41 anni e 10 mesi (per le donne). Questo requisito subirà una variazione nel 2019 a causa dell’adeguamento con le aspettative di vita INPS. Dal 1° gennaio del prossimo anno, quindi, per la pensione anticipata saranno necessari 43 anni e 3 mesi (uomini) o 42 anni e 3 mesi (donne).
Con l’Ape Volontario, invece, si cessa di lavorare con un’anzianità contributiva di 20 anni.. Purché si sia a meno di 3 anni e 7 mesi dal raggiungimento della pensione di vecchiaia. Con l’Ape Volontario però non si va subito in pensione: nei 3 anni e 7 mesi che precedono la pensione di vecchiaia, infatti, il lavoratore percepirà un prestito erogato da un istituto di credito che poi verrà ripagato tramite una decurtazione sulla pensione di vecchiaia.
I lavoratori precoci, invece, possono smettere di lavorare dopo 41 anni, grazie alla Quota 41. Per farlo bisogna aver lavorato per almeno 12 mesi prima del compimento dei 19 anni. Inoltre è richiesta un’anzianità contributiva antecedente al 1995. (adnkronos).
Articolo pubblicato il: 30 Maggio 2018 17:37