venerdì, Aprile 19, 2024

Comune di Napoli, un porto greco sui fondali di Castel dell’Ovo

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Porto greco: gli archeologi hanno presentato foto e video della straordinaria scoperta fatta sui fondali di Castel dell’Ovo.

L’archeologia e la storia di Napoli si arricchiscono di una nuova, grande scoperta. È ancora una volta il mare a farla da protagonista, visto che si tratta di un antichissimo porto di epoca greca (25 secoli fa), rinvenuto sui fondali di Castel dell’Ovo. Il porto greco (la cui scoperta è stata presentata oggi nelle Sale pompeiane di Palazzo Reale) è formato da quattro tunnel sommersi, una strada larga tre metri che presenta ancora i solchi scavati dai carri e una lunga trincea per i soldati che dovevano proteggere l’approdo. Una ricerca importantissima per Napoli, che “ha avuto un ruolo straordinario tra i porti nel Mediterraneo”, come ha sottolineato Louis Godart, accademico dei Lincei, il quale ha ricordato come “le ricerche aprano una nuova pagina nella sua storia millenaria”. Godart ha inoltre raccontato che alla presentazione delle scoperte archeologiche avrebbe dovuto partecipare anche il giornalista Luigi Necco (grande esperto di archeologia, scomparso martedì). Un sistema di gallerie, un costone tufaceo per il rimessaggio delle barche e un canale che conduce a un bacino con una strada di collegamento con la collina sovrastante: ecco cos’hanno scoperto gli archeologi.Comune di Napoli, un porto greco sui fondali di Castel dell’Ovo Grande orgoglio da parte dell’archeologo napoletano Filippo Avilia: “Abbiamo cominciato la ricerca archeologica nelle acque vicino Castel dell’Ovo autofinanziandoci qualche anno fa, avevamo anche proposto la nostra idea di ricerca agli atenei napoletani ma nessuno ci ha considerato. Nel 2016 cominciammo la ricerca sottomarina – ha spiegato Avilia – partendo da una comunicazione di tre studiosi cecoslovacchi che si immersero nel 1994 e parlarono della presenza di gallerie sommerse in quell’area. Io stesso già nel 1984 avevo notato alcune strutture sommerse che però approfondiremo nei prossimi studi”. Avilia ha ricevuto un anno fa un finanziamento di 10.000 euro dalla Iulm di Milano e oggi ha mostrato foto e video del porto subacqueo, che “apre un nuovo scenario sulla ricostruzione della vecchia struttura portuale di Palepolis”. Le ricerche sottomarine riprenderanno a maggio con “una verifica lungo tutto l’isolotto per scoprire resti di altri insediamenti”, ha concluso Avilia. Le prospettive di un “nuovo turismo” sono dunque possibili: “La Campania oggi è felix – ha spiegato il soprintendente ai beni archeologici di Napoli, Luciano Garellanon solo per la terra feconda ma anche per lo straordinario patrimonio culturale a cui si potrà aggiungere un turismo diverso, subacqueo”. Questa scoperta, dunque, rappresenterà un motivo in più per emozionarsi davanti al mare partenopeo, che non smette mai di offrire bellezza al suo popolo.

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