giovedì, Marzo 28, 2024

Pertosse, morte due neonate: dubbi su stato vaccinale delle madri

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Maria Sordino
Maria Sordinohttps://www.2anews.it
Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.

Bergamo: i casi di pertosse risalgono al periodo maggio-giugno. Una delle madri, secondo i sanitari, non era vaccinata contro la malattia.

Due neonate nate a poche settimane di distanza l’una dall’altra, tra maggio e giugno, sono morte all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo a causa della pertosse. Una delle due madri, secondo quanto emerso, non era vaccinata mentre l’altra, che aveva ricevuto il vaccino da bambina, avrebbe avuto bisogno di un richiamo, perché l’immunità svanisce nel tempo.

Le due neonate

La prima bambina era nata a maggio all’ospedale di Seriate da una donna rumena. A fine giugno, quando aveva 40 giorni, ha iniziato a stare male ed è stata portata dai genitori al Pronto Soccorso di Seriate. Da qui è stata trasferita ad Alzano Lombardo, dove le cure di antibiotici sono risultate inutili. Un disperato tentativo di salvarla è stato fatto a Bergamo, ma dopo cinque giorni la bimba è morta per choc settico. 

Il secondo decesso è del 30 luglio. La neonata aveva poco più di un mese ed era nata a Treviglio da genitori della provincia di Cremona risultati entrambi positivi alla pertosse, nonostante in passato fossero stati vaccinati. Non si erano resi conto di avere contratto il batterio ma, essendo adulti, il loro fisico ha reagito. 

Ricoverata a Treviglio, anche la seconda bimba non ha risposto alle cure antibiotiche. È morta quasi subito dopo il trasferimento nella Terapia intensiva pediatrica di Bergamo. 

Vista la distanza geografica e temporale dei casi, al Papa Giovanni di Bergamo escludono l’ipotesi di un’epidemia.

La Pertosse

È una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa, causata dal batterio Bordetella pertussis. Viene annoverata fra le malattie infantili come la rosolia, il morbillo, la varicella e la parotite e colpisce prevalentemente bambini sotto i 5 anni.

L’uomo è l’unico serbatoio noto del batterio, di conseguenza la trasmissione della malattia avviene solo fra esseri umani. Un adeguato trattamento antibiotico permette la guarigione in una quindicina di giorni. A differenza delle altre malattie infantili, l’immunità conferita da una prima infezione declina col tempo.

La pertosse è diffusa in tutto il mondo, ma è diventata assai rara, specialmente nei Paesi in cui è stata introdotta la vaccinazione obbligatoria nell’infanzia. Oggi il 90% dei casi di pertosse si registrano proprio nelle popolazioni in cui non viene effettuata la vaccinazione e, in questi casi, la pertosse può portare a una mortalità elevata nei bambini. Nelle popolazioni vaccinate, invece, si è osservato un ritorno della pertosse a causa della perdita progressiva di immunità. (Fonte: Istituto Superiore di Sanità)

Il virologo Burioni, che sostiene da anni la battaglia a favore dei vaccini, ha spiegato perché la malattia continua a causare decessi tra i bambini. “Fino agli anni 90 contro la pertosse abbiamo usato un vaccino estremamente efficace che era però gravato di alcuni effetti collaterali rari, ma non trascurabili. Dopo quel momento siamo passati ad un vaccino detto “acellulare” che è sicurissimo, ma meno potente. Il vaccino acellulare (attualmente contenuto nell’esavalente) è efficace in quasi il 90% dei vaccinati, ma l’immunità tende a svanire con il tempo. A causa di questa minore efficacia del nuovo vaccino, unita alle situazioni di mancata vaccinazione, i casi di pertosse stanno aumentando. Il guaio è notevole in quanto la pertosse è pericolosissima per i bambini molto piccoli; inoltre, siccome l’immunità contro questa infezione è sempre molto debole, le madri non riescono a trasmettere ai loro figli una quantità adeguata di anticorpi durante la gravidanza: alla nascita i neonati saranno quindi estremamente vulnerabili. Possiamo però proteggerli ugualmente: prima di tutto dobbiamo vaccinare la madre in gravidanza, affinché abbia anticorpi da trasmettere”.

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