martedì, Aprile 16, 2024

Parigi, aperto il primo bordello di bambole in silicone

- Advertisement -

Notizie più lette

Luigi Maria Mormone
Luigi Maria Mormonehttps://www.2anews.it
Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Joaquim Lousquy ha aperto nella capitale francese il primo bordello di bambole in silicone.

A Parigi, città considerata una delle capitali mondiali dell’amore, un certo Joaquim Lousquy (28 anni) ha aperto un luogo a dir poco sui generis: un bordello che offre la possibilità di accoppiarsi con bambole in silicone. Le stanze di questa particolarissima “casa di tolleranza” sono abitate da bambole completamente snodabili. Alla fine di ogni rapporto, ogni sex doll viene accuratamente disinfettata ed è pronta per il prossimo cliente.

“L’idea è nata da un post su Facebook”

Lousquy ha raccontato a La Repubblica l’origine di quest’idea, venutagli navigando su Facebook:Parigi, aperto il primo bordello di bambole in siliconeSono finito su un post in cui si parlava di nuovi giochi sessuali e ho scoperto che in alcune città europee esistevano dei negozi che affittavano bambole di silicone all’ora. Sono andato a farmi un weekend a Barcellona, le ho provate, ho trovato l’idea interessante e ho pensato di aprire anch’io un’attività simile“. Tornato in Francia, Joaquim compra dal Giappone quattro bambole in silicone, affitta un locale, apre una società per il noleggio di giocattoli, la Xdolls, e crea l’omonimo sito internet.

Affari a gonfie vele

L’inaugurazione dell’attività avviene a inizio febbraio, con gli “affari” che vanno molto bene. Prenotarsi è semplice: basta collegarsi al sito, scegliere la bambola che si preferisce, controllarne la disponibilità e pagare con carta di credito (89 euro un’ora, 149 due ore, 120 euro per un’ora in coppia, mentre per chi non vuole spostarsi c’è addirittura la possibilità di noleggiare una bambola a domicilio a 250 euro a notte). “I clienti sono principalmente professionisti tra i 30 e i 50 anni. Gente curiosa, che ama fare nuove esperienze -racconta Joaquim- Ci sono anche persone estremamente timide o brutte, che si vergognano del loro aspetto. Io le aiuto a soddisfare i loro bisogni sessuali“. Il successo di questa particolare “casa di tolleranza” fa capire quanto a volte la realtà “virtuale” abbia la meglio su quella “umana”, quasi come se quest’ultima passasse in secondo piano.

 

- Advertisement -
- Advertisement -
- Advertisement -

Ultime Notizie