Sasso lanciato dal cavalcavia: nel 2017 più di 60 casi. L’associazione amici della polizia stradale tiene un registro degli episodi. Sono 85 quelli del 2016 con 4 feriti.
Una donna di 62 anni è morta dopo che, non proprio un sasso, ma un blocco di calcestruzzo ha colpito l’auto su cui si trovava. Il masso non l’ha ferita, ma è morta per arresto cardiaco dopo lo spavento per l’incidente. Il lancio del masso è stato fatto da un terrapieno alto cinque metri lungo la strada provinciale 121 nella zona di Cassano d’Adda sulla provinciale che va da Cernusco sul Naviglio a Carugate, nel milanese. E’ accaduto alle 23.30 di ieri. La grossa pietra ha sfondato il parabrezza.
In tutti casi degli ultimi due ci sono stati fortunatamente solo feriti, solo per caso. Episodi del genere avvengono su strade statali e su autostrade. Nel 2017in 18 episodi erano coinvolti minorenni con 30 ragazzi fermati o arrestati. I 10 i maggiorenni che hanno avuto la stessa sorte. Una sessantina le persone fermate l’anno scorso.
A ben guardare le cronache sono piene di questi episodi. A Canegrate nel milanese a fine ottobre il mezzo di un camionista è stato colpito sull’autostrada A8. L’uomo ha anche visto «un ragazzino di circa una dozzina di anni fermo prima del nuovo cavalcavia realizzato per Expo. Ad un certo punto vedo la sua mano alzarsi e lanciare un sasso che impatta con il parabrezza dell’autocarro guidato da me».
Un gruppo di ragazzi ha fatto la stessa cosa a Gela. La polizia li ha fermati mentre lanciavano sassi dal cavalcavia di via Venezia. Almeno tre le auto danneggiate. La notizia è del 21 ottobre. Nel salernitano, in questo caso la notizia è del 15 ottobre, una pietra ha colpito il parabrezza di un’auto.
Molte sono le segnalazioni su Facebook. In ottobre è stato beccato così un gruppo di ragazzini nel padovano. Padovaoggi ne ha segnalato i dettagli che erano su un post: «Transitando sotto il cavalcavia tra Pontevigodarzere e Altichiero, sono stato colpito da un sasso lanciato da una coppia di ragazzini 12 anni circa, uno capelli scuri, uno di colore. Ho frenato e la signora che mi seguiva distratta dalla scena mi ha tamponato. 2 auto sfasciate, una persona portata in ospedale».
Il caso più tragico in Italia è quello di Maria Letizia Berdini, uccisa il 27 dicembre 1996 da un masso lanciato da un cavalcavia in autostrada all’altezza di Tortona. Raccontava l’anno scorso la sorella: «Vent’anni sono tanti, ma le nostre vite sono ferme a quella sera. Per noi le feste di Natale non sono mai più esistite. Quello che mi fa più male è che loro, i colpevoli, sono tutti fuori; troppo pochi gli anni di prigione». Per quella morte sono stati condannati a 18 anni e 4 mesi, i fratelli Franco, Paolo e Alessandro Furlan e il cugino Paolo Bertocco e hanno finito di scontare nel 2009 la loro pena. «Se episodi come quello si ripetono, cosa che mi dispiace tantissimo, è perché non ci sono pene esemplari – raccontava Maria Rosa Berdini – Chi li emula ci penserebbe due volte se il rischio fosse alto».
(ansa)