venerdì, Aprile 19, 2024

“Nella mente di un superficiale”, il libro di Generoso di Biase

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

L’ultimo romanzo di Generoso di Biase ci presenta “uno spaccato, più che reale, di vita odierna raccontato con un’ironia che non nasconde la profondità del dolore”.(…) Questo l’uomo, questi i fatti e ai lettori la sentenza su quanto sia vera mente superficiale. 

Caratterizzato da una scrittura piuttosto forte, con espliciti riferimenti al sesso, Generoso di Biase ci racconta senza peli sulla lingua la vita quotidiana del protagonista del suo romanzo “Nella mente di un superficiale” Graus Edizioni (231 pagg. euro 15,00) attraverso le vicissitudini personali dell’avvocato De Chirico, che ci racconta alcuni aspetti importanti della sua vita.

Una vita “normale” come quella di tutti fatta di sofferenze, ricordi mai sopiti e delusioni mai superate, ma soprattutto di devastanti ricordi caratterizzati da desideri repressi, tutti contenuti nella ”mente di un superficiale”.

Non a caso viene usato questo aggettivo, che ritroviamo addirittura nel titolo del romanzo, quasi a sottolineare con ironia e provocazione una stato mentale dentro il quale ognuno di noi può tranquillamente riconoscersi. Uno stato mentale, però, nel quale si avverte chiaramente un certo morboso interesse verso la donna, in quell’universo verso il quale tutti gli uomini sono attratti, soprattutto dal punto di vista sessuale.

E qui si cade in quel gioco “superficiale” fatto di atteggiamenti prevalentemente maschilisti, dove è la battuta, spesso squallida, a svelare un atteggiamento e un comportamento, tipico di quelle complicità di carattere goliardico.

Con queste premesse dense di profonde riflessioni, di enormi vuoti e di affetti mancati e mai recuperati (vedi quello della figlia che lo odia) di Biase ci presenta un romanzo scorrevole, bello e che convince fino al colpo di scena finale, regalandoci una lettura divertente, a tratti irriverente. Ho posto alcune domande al nostro scrittore:   

Quali sono gli elementi che l’hanno spinta a scrivere un romanzo del genere?

Ci sono vari aspetti della nostra società o, meglio, di quella fetta di società che mi circonda che mi ha reso indispettitamente saturo dei concetti autoreferenziali che regnano sovrani nei nostri rapporti. I contrasti tra generi, con netta prevalenza dei valori dell’uno, che si ritiene di rappresentare, sull’altro, come se, per capriccio di madre natura, la mera appartenenza all’uno piuttosto che all’altro genere, o categoria professionale o partito, o, addirittura, il mero stato civile renda migliori. Ero a un punto di insofferenza tale che necessitavo di uno sfogo. Da qui, nella mente dì un superficiale.

Cosa dovrebbe caratterizzare, secondo lei, la mente di un “superficiale” per definirlo tale?

La superficialità sta, per me, non tanto nelle scelte, più o meno leggere che si adottano nel condurre il proprio quotidiano, purché con la piena consapevolezza delle stesse scelte e possibilmente della propria persona, quanto nella ottusa autoreferenzialità che accompagna i cosiddetti “benpensanti”, capaci di qualsiasi compromesso pur di non far notare le proprie fragilità, se non vere e proprie miserie. Queste persone, spesso, ricorrono a giudizi sugli altri, dati in maniera sistematica, sia per il solo gusto di demolire l’altro, sia per demolire il sistema di vita diverso, il cui successo porterebbe al crollo delle proprie sovrastrutture. Se dovessi scegliere l’archetipo del tipo superficiale, non avrei dubbi a rinvenirlo in coloro che si prendono sul serio. Mai vista una persona seriosa che fosse anche una persona pienamente seria.

Sono presenti elementi autobiografici, all’interno di questo suo romanzo?

Ho concesso l’esclusiva di quest’ultima domanda ad una rivista di gossip molto nota. A parte gli scherzi, ritengo che soprattutto il racconto concentrato sul personaggio che fa la storia del romanzo e non viceversa, propria di una letteratura più anglosassone, ma non solo, vedasi il fenomeno Emmanuel Carrere in Francia, stia prendendo piede anche in Italia, ultimo esempio Emanuele Trevi, vincitore del premio Strega 2021. Nessun lettore credo abbia il dubbio che trattasi di autobiografie, ma chi può dirlo? Tutti possono però affermare l’ottima qualità di ciò che hanno letto. Spero che altrettanto si possa dire del mio “Nella mente di un superficiale”

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