giovedì, Aprile 25, 2024

Napoli: ok del Consiglio comunale al Bilancio Consolidato

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Consiglio Comunale di Napoli: dopo la relazione dell’assessore Baretta, si è svolto un lungo dibattito dopo il quale il Bilancio Consolidato per il 2020 è stato approvato con 30 voti favorevoli, 7 contrari e due astensioni.

Il consigliere Catello Maresca (Gruppo Maresca) ha esordito confermando l’ottica di opposizione, severa ma costruttiva, già enunciata nella prima seduta del Consiglio e ha annunciato il voto contrario sul documento. L’opposizione, ha detto, è delusa e preoccupata: è vero che l’approvazione del Consolidato è un atto formale, ma in questo caso forma e sostanza coincidono. Un atto coraggioso, da parte dell’Amministrazione, sarebbe stato quello di coinvolgere maggiormente Giunta e Commissioni invece di chiedere al nuovo Consiglio di approvare in fretta un atto che non ha compiuto il suo percorso e di assumere la responsabilità su un atto sul quale i Revisori dei Conti hanno espresso rilievi non banali, sia sulla mancanza dell’inventario patrimoniale che sulla trasparenza, tanto da arrivare a suggerire la rimozione degli amministratori delle partecipate. I cittadini, ha concluso, hanno il diritto di sapere la situazione reale e le relazioni informative omesse servono a garantire l’attendibilità dei conti e dei dati certificati. Sulla base di queste criticità dobbiamo guardare al futuro, dimenticando i contrasti della campagna elettorale. Il patto per Napoli è stato ormai cestinato e un progetto di risanamento si può fare istituendo un fondo di garanzia e ristoro per enti virtuosi.

Per Antonio Bassolino (Misto) la priorità va data ai problemi della vita quotidiana, ai fatti concreti, alla necessità di ricucire le ferite sociali causate dalla pandemia. Ma ci sono altri temi altrettanto urgenti sui quali occorre soffermarsi: la sicurezza urbana ad esempio – altra cosa rispetto all’ ordine pubblico garantito dallo Stato – che si basa sulla prevenzione, sui rapporti positivi con i cittadini, sull’educazione civica, sullo sforzo culturale. La cultura, poi, deve avere priorità come risorsa produttiva e civile, capace di esprimere la creatività della città in settori come il cinema, il teatro, l’arte. Da questo punto di vista il PNRR offre opportunità di grande rilievo, ma anche una sfida, una occasione irripetibile di sviluppo. Per fare ciò la macchina comunale è importantissima per poter governare la città, ma lo è anche la valorizzazione del Consiglio comunale, al quale vanno restituite la dignità e la solennità che merita. Dal dibattito odierno emerge la gravità della situazione del bilancio, ha proseguito: ognuno deve fare tutto il possibile perché dal Governo vengano verso Napoli le risposte giuste, al di là delle illusioni del ‘Patto per Napoli’ che altro non era che un patto tra tre privati cittadini. Non bisogna in questa battaglia separarsi dagli altri comuni, per questo l’Anci è fondamentale: i Comuni devono recuperare il loro ruolo che non hanno avuto durante la pandemia. Tanto più otterremo quanto più saremo in grado di fare la nostra parte, ha concluso, con la vendita del patrimonio immobiliare disponibile, la riscossione delle sanzioni amministrative. Ha concluso annunciando l’astensione.

Sergio D’Angelo (Napoli Solidale Europa Verde) ha evidenziato la necessità di segnare con questa consiliatura un passo diverso, inaugurando una sinergia istituzionale inedita rispetto ai dieci anni precedenti. Ma, ha precisato, bisogna identificare bene le questioni economico-finanziarie che hanno prodotto l’attuale situazione. La norma sul pre-dissesto non ha funzionato, né le dichiarazione di dissesto – dati alla mano – hanno prodotto buoni effetti. Bisogna riconoscere che in questi anni il Sud Italia è stato abbandonato dai governi che si sono succeduti, con tagli di oltre un miliardo di euro, mentre crescevano le responsabilità dei Comuni. Non bisogna invocare il Patto per Napoli ma la Costituzione che dovrebbe garantire la perequazioni delle aree più svantaggiate del Paese. Lo Stato deve tornare a investire nei Comuni, ricordando che ci sono nodi da risolvere come l’enorme tasso di evasione dei tributi: è inaccettabile che solo un napoletano su due si faccia carico dei servizi erogati a tutti i cittadini, al netto di coloro che per motivi di indigenza non possono pagare le imposte. Il consolidato che veniamo chiamati a votare oggi, con gli elementi di criticità che presenta, racconta di un rapporto disturbato con le partecipate che si è aggravato negli anni, ma non si può parlare di spreco di risorse e nel merito bisogna chiarire che se molte società non hanno potuto fornire dati è perché mancano i contratti di servizio e che il disallineamento in molti casi è fisiologico. Ci sono le condizioni per approvare questo Consolidato, ma serve poi un lavoro di efficientamento delle partecipate che vanno letteralmente rivoltate come calzini, senza tuttavia tentazioni di riduzione di personale o di partecipazione privata, affrontando anche il tema del rapporto tra management e Comune, accanto all’alienazione del patrimonio e all’uso della leva urbanistica.

Rosario Palumbo (Misto – Cambiamo) si sarebbe aspettato un maggiore coinvolgimento sul tema del bilancio consolidato, auspicando quanto prima l’avvio del lavoro nelle commissioni consiliari competenti. Desta molta preoccupazione quanto emerge dalla relazione dell’organo di revisione contabile, nella quale si ribadisce l’urgenza di una vera riorganizzazione delle partecipate e della stessa macchina organizzativa. Bisogna perciò delineare con le nostre forze una linea di azione per il futuro, una linea all’insegna della discontinuità, è per questo che ha annunciato il suo voto contrario al bilancio consolidato.

Fulvio Fucito (Manfredi Sindaco) ha evidenziato che le società partecipate non funzionano, i conti non sono in regola e non portano i giusti proventi. Occorre quindi intervenire e riorganizzare il management a fronte di una situazione debitoria seria, nella quale il 60% dei debiti è rappresentata da finanziamenti. È perciò da valutare se si può intervenire sui tassi di interesse passivi e, sul versante dei crediti, prendere atto di una loro progressiva svalutazione, segno del mancato funzionamento della riscossione interna. Perciò l’occasione che si presenta con il PNRR è unica e l’approvazione del consolidato può rappresentare la spinta giusta per ripartire, ma serve anche un surplus, rappresentato dal Patto per Napoli. Alla luce di queste considerazioni ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo politico.

Gennaro Esposito (Manfredi Sindaco) ha manifestato imbarazzo per dover votare un documento redatto dalla giunta De Magistris, come mai fatto nella precedente esperienza di consigliere. Dal Bilancio Consolidato emerge la netta volontà di non aver voluto amministrare la città. Infatti, i residui attivi sono enormemente cresciuti negli ultimi anni, i danni per mancata riscossione delle sanzioni amministrative e dei canoni di occupazione del suolo pubblico sono enormi, le entrate extra-tributarie sul non corretto conferimento dei rifiuti sono poi irrisorie, ma dobbiamo invertire questa tendenza e convincere i cittadini a fidarsi della nuova Amministrazione pagando le tasse. Oggi si può dire che le attuali condizioni impongono un vero e proprio gabinetto di guerra, per testimoniare che Napoli è cambiata e che bisogna governare contemperando diritti e doveri dei cittadini. In nome di questa inversione di tendenza, ha concluso, si può essere ottimisti per il futuro.

Gennaro Acampora (Partito Democratico) ha ricordato che il Bilancio Consolidato è la fotografia dei risultati di gestione della vecchia governance della città, risultati non positivi a discapito dell’ottimismo con il quale venivano presentati. È un dovere istituzionale l’approvazione di questo bilancio per poter procedere con le assunzioni necessarie al rilancio della macchina amministrativa. Ma bisogna spingere per il miglioramento dei servizi, la cui qualità fa precipitare oggi la città al penultimo posto in Italia per qualità della vita. La città chiede un cambio di passo e segnali immediati: cambiare il management delle partecipate. L’approvazione del consolidato sia il primo passo per mettere su un binario comune la questione economico finanziaria e l’erogazione di servizi di qualità per la città. Per questi obiettivi ha annunciato il voto favorevole.

Claudio Cecere (Gruppo Misto) ha evidenziato la singolarità di vedere tanti ex componenti della maggioranza di de Magistris manifestare oggi critiche su quell’esperienza. È stata raccontata una storia parziale, naturalmente è vero che le partecipate vanno amministrate meglio, ma sarebbe utile ricordare alcune questioni, come l’importanza di non svendere il patrimonio comunale. Va inoltre proseguito il lavoro di ricognizione dei tanti locali commerciali, spesso abbandonati o occupati, per una loro corretta valorizzazione. Annunciando il proprio voto favorevole, ha lamentato l’assenza di diversi consiglieri in Aula.

Aniello Esposito (Partito Democratico) ha ricordato invece che le vere assenze in Aula erano quelle del Sindaco e della Giunta nella precedente consiliatura: impedivano qualsiasi confronto costruttivo sui temi centrali per la città. Ha quindi annunciato il voto favorevole del Partito Democratico al Bilancio Consolidato, un documento che, seppur ereditato dalla precedente Amministrazione, rappresenta un primo passo fondamentale per la ricostruzione della città.

Anche il consigliere Salvatore Guangi (Forza Italia) ha ricordato l’importanza della presenza del Sindaco e della Giunta nella discussione in Aula. Non è accettabile il ritardo con il quale le società partecipate forniscono la loro documentazione contabile e, sulla questione delle assunzioni, è comprensibile l’urgenza con la quale il provvedimento è stato portato in Aula, anche se esistono norme che avrebbero potuto consentire le assunzioni nel quadro del PNRR. Ha ricordato i diversi ordini del giorno approvati nella precedente consiliatura e auspicato un nuovo corso ribadendo che l’opposizione non esclude decisioni prese nel solo interesse della città.

Giorgio Longobardi (Fratelli d’Italia) ha ribadito l’incoerenza di approvare oggi un atto della precedente Amministrazione. Ha annunciato perciò – in nome della coerenza che non c’è stata – il proprio voto negativo al Bilancio Consolidato.

Per Ciro Borriello (Movimento 5 Stelle) siamo di fronte a un atto di responsabilità politica al quale il Movimento 5 Stelle non si sottrarrà. L’atto, sul quale voterà a favore, permette di riallineare la macchina amministrativa. E’ un passaggio intermedio nel quale occorre dare fiducia, è un atto complesso, anche difficile da digerire in alcune parti, ma necessario per una ripartenza.

Massimo Cilenti (Napoli Libera) ha annunciato il voto favorevole del proprio gruppo non in continuità con l’amministrazione precedente ma perché c’è la necessità di governare una città che è stata lasciata in mare aperto. Il risparmio va realizzato riorganizzando le partecipate e i servizi, guardando alle economie da realizzarsi e recuperando i tanti sprechi degli anni passati, con buon senso. Occorre mettere in atto un processo virtuoso, in modo che la città possa andare incontro al futuro.

Per Alessandra Clemente (Misto) ci aspetta una grande maratona, il traguardo sarà far vincere la città. L’amministrazione Manfredi procede oggi in continuità con la precedente, per questo voterà a favore, nella speranza che finisca definitivamente il metodo del “partito preso”. Nei giudizi che si formulano sulla precedente amministrazione si dimentica lo scenario pandemico che ha allungato i tempi e complicato enormemente il lavoro della Giunta. Al “partito preso” deve ora subentrare l’espressione di un agire per la città: data la fortissima correlazione tra qualità della vita delle cittadine e dei cittadini e le risorse del bilancio, dobbiamo considerare che il bilancio è un bene comune della città. Si è augurata, infine, di poter dare vita a un confronto sulle partecipate, e ha concluso con un richiamo al senso costituzionale dei diritti nella nostra città.

Quanto di politico c’è in questo bilancio? Si è chiesto il consigliere Luigi Carbone (Napoli Solidale Europa Verde). Oggi approviamo un documento figlio delle norme sulla finanza armonizzata, che impone numerosi vincoli all’azione di una Amministrazione. Ma Napoli deve essere la capofila di una discussione a livello nazionale che agisca su più punti: l’incentivazione del recupero crediti, l’attenuazione dei vincoli del fondo crediti di dubbia esigibilità, la revisione della disciplina degli avanzi vincolati. A partire da queste tre leve potrebbe avviarsi il rilancio di Napoli e delle altre città.

Rosario Andreozzi (Napoli Solidale Europa Verde) ha ricordato il ruolo ricoperto in passato dalla politica, quando era capace di arginare i grandi interessi economici. Dal 2011, sono note infatti le difficoltà della rappresentanza democratica, e i vincoli sempre più pressanti imposti dalla cosiddetta finanza armonizzata, vincoli che hanno sempre più gravato sulla realtà della collettività e sui cittadini del Mezzogiorno in particolare. È da apprezzare che tutti i componenti della minoranza che siedono oggi in Consiglio mostrino responsabilità su temi che stanno così a cuore alla città, una città povera, dove i numeri del Reddito di Cittadinanza sono ormai impressionanti. È vero, ha ribadito, c’è la difficoltà nella riscossione, ma bisognerebbe rivedere questo sistema e chi governa il Paese potrebbe intervenire su questi aspetti. Ha espresso poi massimo rispetto per questioni che riguardano la vita di migliaia di lavoratori delle partecipate, che hanno alle spalle lunghe stagioni di lotta per le crisi occupazionali. È giusto che il Governo centrale chieda conto della gestione di quelle partecipate, ma sarebbe utile una parola del Sindaco per rassicurare quei lavoratori contro il rischio di privatizzazioni. Mettere sul mercato quei servizi non rappresenta una garanzia di economicità, ha ribadito: occorre un grande lavoro per il futuro, con un nuovo management e una totale riorganizzazione delle partecipate.

Anna Maria Maisto (Azzurri Noi Sud Napoli Viva) ha ringraziato l’assessore Baretta per l’esauriente relazione e condiviso la necessità di intervenire sulle partecipate che, però, ha ricordato, soffrono anche loro di carenza di personale e di tecnici. Condivisibile anche la necessità di affiancare all’invito al Governo di un intervento straordinario misure di riforma e anche le assunzioni necessarie a utilizzare tutte le opportunità che ci offre il PNRR. Il Bilancio Consolidato andrebbe approvato all’unanimità: non è espressione di questa amministrazione, ma la fotografia del lavoro di un anno che ci mette in condizione di cominciare a lavorare per la città.

Nino Simeone (Napoli Libera) ha sollecitato la riunione della conferenza dei capigruppo per la costituzione delle commissioni consiliari e ha annunciato il voto favorevole al Consolidato, un atto di fiducia al Sindaco e alla nuova Amministrazione in totale discontinuità con il passato.

Ha annunciato voto favorevole al bilancio consolidato anche il consigliere Massimo Pepe (Azzurri Noi sud Napoli Viva). Un bilancio che non è assolutamente un passaggio di testimone ma un atto di fiducia al Sindaco, per chiudere un capitolo buio della storia di Napoli e ripartire.

Nella replica l’assessore Baretta ha apprezzato gli stimoli che dalla discussione sono arrivati alla Giunta, stimoli che vanno nella direzione di fare di più, e più rapidamente. La discontinuità è la cifra politica di questa Amministrazione e del sindaco Manfredi, ha precisato. L’esigenza di approvare il bilancio va letta in questa direzione, non per continuità amministrativa ma per chiudere una stagione. Con il Governo si dovrà agire per uscire da una situazione di totale emergenza, stiamo affrontando con tutta la maggioranza che lo sostiene la necessità di una svolta per Napoli. Ma la credibilità di questa impostazione, ha concluso, è legata alla capacità di costruire un piano per noi stessi, agendo rapidamente su debito e disavanzo.

Intervenuto per dichiarazione di voto il consigliere Sergio D’Angelo ha ribadito che il Consolidato è un documento neutro, perché collegato al consuntivo già approvato. La presidente Amato ha a questo punto messo in votazione per appello nominale il documento che è stato approvato a maggioranza con 30 voti favorevoli, 7 voti contrari e 2 astenuti, dopodiché la seduta è stata sciolta.

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