sabato, Aprile 20, 2024

Comune di Napoli, ecco il primo dipartimento di biotecnologia marina d’Europa

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Il primo dipartimento di biotecnologia marina d’Europa (progetto realizzato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn) è ormai pronto e cerca “casa”.

di Luigi Maria Mormone – Il mare, punto di riferimento della città di Napoli, diventerà a breve una risorsa fondamentale per lo sviluppo sostenibile, per la lotta all’inquinamento, per genetica, farmacologia e lotta al cancro: tutto questo grazie alla biotecnologia marina. La Stazione Zoologica Anton Dohrn sta infatti lavorando con grande passione per individuare nel mare nuovi spunti, soluzioni e strumenti per affrontare e risolvere i grandi nodi del nostro pianeta, trasmettendo soprattutto le informazioni al territorio. La Stazione Zoologica è stata appena riconosciuta come Istituto nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie marine ed è in programma una straordinaria novità: la creazione del primo dipartimento di Biotecnologia Marina d’Europa. Il progetto è già stato approvato, con la Regione Campania e il Comune di Napoli che saranno parte attiva per cercarne la sede. Questo dipartimento vedrà protagonisti ben 50 scienziati da tutto il mondo, per un progetto autofinanziato e sostenuto anche da risorse europee e del ministero della Ricerca.Comune di Napoli, ecco il primo dipartimento di biotecnologia marina d’EuropaLa ricerca è uno strumento di sviluppo territoriale. È indispensabile che i centri di ricerca come le Università si calino nel territorio. Se risolviamo la questione logistica il dipartimento può partire entro un anno e aprire alla grande platea pubblica e alle imprese”, ha dichiarato a “Il Mattino” Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn. Dopo la ricerca scientifica e la formazione dei ricercatori, l’obiettivo del Dohrn sarà quindi quello di scoprire tutto ciò che può offrire la risorsa-mare, organizzando e utilizzando i suoi prodotti. Basti pensare ad esempio alle alghe calcaree (organismo marino duro come una corteccia in cui i ricercatori hanno scoperto molecole e composti utili per curare l’osteoporosi), oppure ai batteri “mangiapetrolio” (eccezionale risorsa anti-inquinamento già utilizzata in via sperimentale per la bonifica di Bagnoli).

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