sabato, Aprile 20, 2024

La regola non scritta del calcio italiano: “in dubio pro Juve”

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Gianmarco Giugliano
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Gianmarco Giugliano, cura la pagina dello sport calcio di 2ANews, laureato in Giurisprudenza, scrittore e giornalista.

Da ieri ci si interroga sull’interpretazione della regola del fallo di mani in area. Secondo noi la regola è chiarissima e l’arbitro doveva fischiare il rigore

Il fatto: 93′ minuto di Juventus Bologna con il risultato di 2-1 per i bianconeri.

Su un cross in area juventina, De Ljigt sbaglia clamorosamente l’intervento e tocca con il braccio il pallone. Questo il fatto!

Passiamo al regolamento: sarebbe senza dubbio rigore se il calciatore non avesse prima toccato il pallone col piede. In questo caso si può rientrare nell’eccezione alla regola che espressamente dice: “

“Di solito non è un’infrazione se il pallone tocca le mani/braccia del calciatore: se proviene direttamente dalla testa o dal corpo (compresi i piedi) del calciatore stesso”.

Per molti addetti ai lavori questa è la giustificazione alla non concessione del rigore ed è la spiegazione a cui molti hanno creduto salvando, ancora una volta, l’interpretazione dell’arbitro.

Nicchi, presidente dell’associazione arbitri va oltre affermando a Radio Anch’io Sport:

Se viene fatta prima una giocata e il braccio è scomposto, se anche la palla sbatte su un braccio non è rigore“.

Partiamo da quest’ultima considerazione dicendo che dispiace, davvero tanto, ascoltare il Presidente degli arbitri citare il regolamento in maniera imperfetta o quantomeno dando una interpretazione del tutto soggettiva: sfido tutti a trovare nel regolamento (che riporto) le parole “se viene fatta prima una giocata”.

La regola non scritta del calcio italiano: "in dubio pro Juve"

Non so se nicchi abbia omesso volontariamente di citare il regolamento che, ripeto, dice così: Di solito non è un’infrazione se il pallone tocca le mani/braccia del calciatore: se proviene direttamente dalla testa o dal corpo (compresi i piedi) del calciatore stesso.

Soffermiamoci su questa fase e chiariamo perchè è stato applicato male il regolamento.

La parola “direttamente” in italiano e vocabolario alla mano, significa: “in modo diretto; senza passaggi intermedi”. Ciò rende chiarissimo il regolamento: se il pallone fosse andato DIRETTAMENTE dal piede al braccio di De Lijgt allora era giusto non concedere il rigore.

La dinamica, però, è stata diversa: il pallone, dopo aver toccato il tallone del calciatore tocca terra per poi andare sul braccio dello juventino. Se applichiamo alla lettera il regolamento non siamo dinanzi ad una provenienza diretta del pallone ma indiretta avendo, prima di toccare il braccio, toccato terra.

Strano, a questo punto che sia Nicchi che l’arbitro della partita ignorassero il significato esatto della parola “direttamente” che, a mio avviso, non dà adito a controversie. Mi sembra altresì strano che pochi commentatori sportivi ed addetti ai lavori non abbiano correttamente interpretato le parole chiarissime, a mio parere, del regolamento.

Altra cosa è, ovviamente, dire che la regola è inesatta e va cambiata: questo spetta o spetterà a chi di dovere. Altrettanto ovviamente, con una parola così chiaramente scritta, parlare di interpretazione è artificio piuttosto ardimentoso se non si vuole cadere in clamorosi scivoloni.

A questo punto una cosa sembra ormai certa: gli arbitri italiani, ancora una volta, in presenza delle maglie bianconere applicano, nei casi di difficile interpretazione una regola non scritta ma che è diventata triste consuetudine: “in dubio, pro Juventus”.

Inutile parlare del fallo di Pjianic sul difensore del Bologna in occasione del gol del vantaggio juventino. Lì quale regolamento è stato applicato? Lo stesso che ha visto la Roma vedere annullato il gol contro il Cagliari per spinta di Kalinic? Non mi sembra…

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