venerdì, Aprile 19, 2024

Calcio Napoli, il paziente non ha febbre ma solo un fortissimo mal di gol

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Gianmarco Giugliano
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Gianmarco Giugliano, cura la pagina dello sport calcio di 2ANews, laureato in Giurisprudenza, scrittore e giornalista.

Gli azzurri sono la squadra che tira di più verso la porta avversaria, eppure Juventus, Atalanta e Roma hanno una media realizzativa superiore

 

I dati parlano chiaro e non possono essere smentiti. Possono, ovviamente, essere letti adottando variabili diverse ma il “dato” principale non cambia.

A fronte di una media impressionante di tiri verso la porta, il Calcio Napoli ha realizzato meno gol di  Atalanta, Juventus e Roma.

Al termine della gara col Torino, Carlo Ancelotti è stato intervistato da Paolo Del Genio su Kiss Kiss Napoli.

E’ mancato solo il gol. Quasi 20 palle gol, grande qualità di giocate, sfortuna, cos’altro è mancato?“Sfortuna no, dobbiamo essere più precisi. Siamo soddisfatti per il gioco, l’intensità, la motivazione, ma manchiamo noi… su 18 palle gol non si può non fare un gol. E’ una colpa nostra. Dobbiamo migliorare sapendo che siamo carenti in quell’aspetto. Serve lucidità per un cross o un tiro fatto meglio, un contropiede fatto meglio. La sfortuna è solo il palo di Insigne, non per il resto. Su 18 palle gol 3-4 gol nelle ultime due partite dovevi farli”

Come si fa ad allenare la lucidità? Si allena il gioco, ma non la freddezza. “Non dobbiamo pensare solo al gol, dobbiamo pensare di far bene l’anticipo in area, il cross fatto bene. E’ un problema di consapevolezza, dobbiamo fare meglio”.

Poche parole ma abbastanza per far capire che il problema va affrontato. Ancelotti parla di “lucidità finale” sia nel cross sia nel tiro; parla anche di contropiedi falliti. Fino all’area di rigore avversaria il gioco del Calcio Napoli è avvolgente e piacevole soprattutto in casa dove il rendimento offensivo è il migliore della serie A (manca la Roma che gioca stasera).

Oltre alla lucidità, ci si chiede se il paziente, afflitto da mal di gol ma non certo da febbre alta, abbia altre cause per questo “malanno”.

Credo che  il cambio di modulo ancelottiano ha portato ad una maggiore attenzione difensiva (vera forza della squadra che non subisce gol da quattro partite consecutive) con due centrocampisti tendenti più all’interdizione che non alla proposta di gioco. Da rilevare che nell’unica partita in cui ha giocato Hamsik, il Calcio Napoli ha segnato mentre nelle restanti ultime tre,il tabellino è tristemente a zero. Lo scorso anno insieme ad Hamsik giostrava Jorginho del quale abbiamo imparato ad apprezzare le doti di palleggio e lucidità ma non certo quelle difensive. Lo stesso Callejon è chiamato a giocare più lontano dalla porta riducendo le sue incursioni che tanto avevano fatto male alle difese avversarie. Mertens è a soli 8 gol; Callejon è… scomparso dai tabellini delle partite pur risultando, quasi sempre, tra i migliori.

Fatto sta che la squadra (tranne che col Milan in Coppa Italia) non subisce né contropiedi né azioni pericolose.

Se il “credo” di Sarri era attaccare, controllare e segnare un gol in più dell’avversario, il credo di Ancelotti sembra essere molto più “italiano”: non prendiamole, mettiamo in campo il nostro tasso tecnico contro le “piccole”, tanto un gol prima o poi si realizza. Questa rinnovata mentalità ha portato a disputare un girone di Champions ad altissimo livello contro formazioni di levatura tecnica decisamente superiori come Liverpool e PSG al contrario di Sarri che , tranne nell’ ultima sfida contro la Juventus a Torino, aveva puntualmente perso contro le squadre maggiormente titolate.

Ovviamente da un allenatore di esperienza come Ancelotti ci si aspetta immediatamente la cura a questo male di stagione anche perché, come detto, il paziente non ha febbre ma solo un fortissimo mal di gol… Nell’intervista ha già stabilito il “medicinale”: la consapevolezza, la voglia di fare meglio nell’ultimo passaggio o nell’ultimo scatto.

Io non mi fermerei a questo aggiungerei anche una buona pilloletta di “cazzimma” per i nostri attaccanti troppo leggeri e timidi nelle conclusioni.

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