giovedì, Marzo 28, 2024

E’ morto Alessandro D’Alatri, addio al regista dei Bastardi di Pizzofalcone e del commissario Ricciardi

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Gabriella Monaco
Gabriella Monacohttp://www.2anews.it
Redattrice laureata in 'Lettere Moderne'. Appassionata di Scrittura, Arte, Viaggi e Serie tv."

L’addio di Alessandro Gassmann e Maurizio de Giovanni dopo la morte del regista Alessandro D’Alatri.

È morto ieri il regista Alessandro D’Alatri. Aveva 68 anni. Tra i suoi film di maggior successo, ‘Americano rosso’ e ‘Senza pelle’, mentre tra le sue serie tv spiccano ‘I bastardi di Pizzofalcone‘, ‘Un Professore’ e ‘Il Commissario Ricciardi‘, tratte dai romanzi di Maurizio De Giovanni.

“È partito per un altro viaggio il mio amico regista, sceneggiatore, ma soprattutto essere umano dolce, generoso, pieno di talento, uomo di cultura Alessandro D’Alatri. Grazie per l’opportunità di averti conosciuto. A chi lo amava un abbraccio”, scrive su Twitter Alessandro Gassmann.

D’Alatri era stato adottato da Napoli, dove era andato per girare la seconda stagione de ‘I Bastardi di Pizzofalcone’ e la prima de ‘Il commissario Ricciardi’ e la città da ieri lo piange.

“È una cosa terribile, un fulmine a ciel sereno” dice Maurizio de Giovanni, “sapevamo che stava male, ma non immaginavamo che potesse essere così grave”.

“Le due stagioni dirette da lui” ricorda ancora il giallista, “sono sicuramente le due cose migliori fatte in tv dai miei lavori. Era davvero un visionario, intelligente, pronto e straordinariamente rispettoso del testo”.

Forte, ricorda de Giovanni, anche il rapporto con gli attori sul set, tra cui Lino Guanciale, interprete di Ricciardi e Alessandro Gassman, protagonista dei ‘Bastardi’. “Li aiutava a entrare nei personaggi e non si poneva mai in sovrapposizione o in contrasto, ma costruiva sempre attraverso il dialogo”.

“Auguro a chiunque di lavorare con una persona come D’Alatri” aggiunge lo scrittore napoletano, “capace di portare nei movimenti, nelle luci e nelle ombre esattamente quello che tu avevi immaginato nei romanzi”.

Con la città, ricorda ancora de Giovanni, “aveva instaurato un rapporto meraviglioso ed era riuscito a capirla profondamente. Oggi Napoli perde un concittadino”.

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