sabato, Aprile 20, 2024

Morbillo: ridotti i vaccini e aumentano i casi in Italia

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Dall’inizio del 2017 sono stati registrati in Italia quasi gli stessi casi di morbillo di tutto il 2016. A fronte degli 884 segnalati in tutto lo scorso anno, da gennaio a oggi ne sono stati individuati più di 700. Un preoccupante aumento di oltre il 230%, in gran parte dovuto alla riduzione delle coperture vaccinali.

di Maria Sordino – 700 casi di morbillo in tutta Italia dall’inizio dell’anno, oltre il triplo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando erano stati rilevati 220 casi: in poco più di due mesi è stata raggiunta la quantità di contagi rilevati nel 2016. Più della metà rientra nella fascia di età tra i 15 e i 39 anni. Le regioni maggiormente interessate sono Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana.

La causa sembra essere prevalentemente una sensibile riduzione della vaccinazione, che determina la presenza di sacche di popolazione suscettibile, non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi. Ciò è in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e nonostante i provvedimenti di alcune regioni che si impegnano a migliorare le coperture.

Il problema sembra nascere da alcune campagne anti vaccini che si rifanno a uno studio scientifico del 1998, da tempo smentito da tutte le più importanti organizzazioni sanitarie del mondo, compresa l’OMS, che sosteneva un rapporto tra vaccino e insorgenza dell’autismo, relazione che non è mai stata dimostrata da nessuna ricerca scientifica. Autore dello studio è Andrew Wakefield, cancellato dall’albo dei medici statunitensi nel 2011.

Il vaccino contro il morbillo, che viene somministrato insieme a quello contro parotite e rosolia (vaccino trivalente MPR), in Italia è consigliato, ma non è obbligatorio: deve essere fatto ai bambini intorno al primo anno di età, con una seconda dose prima di cominciare la scuola a 5 anni.morbillo

La malattia provoca principalmente un’eruzione cutanea, simile a quelle della rosolia o della scarlattina, che dura tra i 10 e i 20 giorni. Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita.

I primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) con una febbre che diventa sempre più alta. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca. Dopo 3-4 giorni, appare l’eruzione cutanea caratteristica (esantema), composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo. L’eruzione dura da 4 a 7 giorni.

Le complicazioni sono relativamente rare, ma il morbillo è pur sempre responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite. Le complicazioni sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello) e particolarmente rara ma fatale la PESS, la Panencefalite Subacuta Sclerosante. Si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse. Infatti, particolare attenzione va posta quando ad ammalarsi sono gli adulti. Il problema è che, negli adulti, l’infezione si manifesta in maniera più forte e, rispetto alla stessa patologia presa in età infantile, può portare un maggior numero di complicazioni serie.

Il rischio, quindi, non può e non deve essere assolutamente sottovalutato.

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