martedì, Luglio 8, 2025

Masaniello di Porta e Pugliese, mezzo secolo dopo rivive a Palazzo Reale

Cinquant’anni non sono bastati a spegnere l’eco di uno storico grido di rivolta che, nel 1974, si levò possente con uno spettacolo teatrale. Cinquant’anni dopo, nel segno di Elvio Porta e Armando Pugliese, “Masaniello” ritorna, non come pallido ricordo di un’epoca teatrale gloriosa, ma come nuovo e vibrante gesto civile, un rito collettivo che interroga il nostro tempo attraverso la voce di un eroe popolare, simbolo eterno di coscienza e ribellione. È stato il Teatro di Corte di Palazzo Reale di Napoli, ieri mattina, a ospitare la presentazione di questo storico ritorno.

Alla presenza dei protagonisti del progetto, si è celebrato il senso profondo di un’iniziativa che tocca le corde più intime della memoria collettiva. “Masaniello”, infatti, debutterà il 23 maggio nel Cortile d’Onore di Palazzo Reale, dove resterà in scena fino al 1° giugno, prima di approdare – come un ritorno al cuore pulsante della sommossa – nella storica Piazza Mercato. Nel 1974, Porta e Pugliese diedero vita a uno spettacolo rivoluzionario.

Con le musiche allora firmate da Roberto De Simone e un impianto scenico che annullava ogni barriera tra attori e spettatori, il teatro si fece piazza, carne, urlo. Un’esperienza immersiva che fu rieditata nel 1997 con un nuovo impianto musicale curato da Antonio Sinagra, mantenendo intatta l’urgenza del gesto teatrale. Oggi, lo stesso Sinagra firma una partitura completamente rinnovata, “più rock che moderna”, suonata dal vivo da sei elementi, con chitarra elettrica e percussioni in un intreccio sonoro di antico e nuovo, come se Masaniello stesso si aggirasse oggi tra le nostre contraddizioni, a gridare ancora contro le ingiustizie.

«Così come avrebbe fatto Roberto De Simone, ho voluto cambiare tutto – ha dichiarato Sinagra – perché il tempo chiama altri suoni, e la ribellione ha sempre un nuovo ritmo nel cuore del popolo». E nel cuore di questo popolo c’è anche la memoria di Mariano Rigillo, primo grande interprete del ruolo di Masaniello, il cui testimone viene oggi raccolto dal figlio Ruben Rigillo. «Sento il peso della responsabilità – ha detto l’attore – ma è bello prenderselo. Ho ancora nella testa le intonazioni di mio padre e spero davvero di essere all’altezza».

Una responsabilità condivisa da tutta la compagnia, che si fonderà, ancora una volta, con il pubblico, guidandolo in un’azione teatrale fluida, all’aperto, dove il confine tra realtà e finzione si dissolve nel coinvolgimento fisico ed emotivo. Tra gli attori, in ordine alfabetico: Vincenzo Astarita, Carmine Benitozzi, Marcello Borsa, Alessia Cacace, Franco Castiglia, Sergio Celoro, Nicola Conforto, Luigi Credendino, Vincenzo D’Ambrosio, Adriano Di Domenico, Salvatore Esposito, Antonio Ferraro, Mattia Ferraro, Pina Giarmanà, Lello Giulivo, Massimo Masiello, Peppe Mastrocinque, Gennaro Monti, Alfredo Mundo, Serena Pisa (che vestirà i panni di Bernardina, la sfortunata moglie di Masaniello ) Danilo Rovani, Luca Saccoia, Ciro Scherma, Lello Serao, Silvia Siravo, Enzo Tammurriello, Mario Zinno.

Le scene sono curate da Bruno Garofalo, storico collaboratore della compagnia e oggi anche supervisore alla regia: «Non abbiamo mosso uno spillo- ha affermato – convinti che, se pure il pubblico è cambiato, la forza di Masaniello sia ancora in grado di scuoterlo». I costumi sono quelli della compianta Silvia Polidori curati da Francesca Garofalo e Camilla Grappelli, mentre la regia rimane fedele al disegno originario di Pugliese, presenza viva anche se fisicamente assente. Rosario Imparato, produttore del progetto, ha ricordato con commozione: «Dopo tante insistenze, Pugliese mi disse sì.

Peccato solo che ora non sia più qui con noi». L’intera operazione si inserisce nel più ampio calendario delle celebrazioni di Napoli 2500, diretto da Laura Valente, che ha sottolineato: «Dopo Napoli Milionaria, Masaniello era il titolo più giusto. Anche per onorare il primo interprete Mariano Rigillo». E accanto alla messinscena nasce anche il progetto “Masaniello – Un sogno di libertà”, con un comitato scientifico composto da Renato Lori, Nino Daniele, Antonia Lezza, Aurelio Musi e Renata De Lorenzo.

Un ciclo di incontri che attraverseranno luoghi simbolici della cultura napoletana. Come ricordato da Paola Ricciardi, Dirigente Delegata di Palazzo Reale, lo spettacolo, oggi come allora, incarna il conflitto tra potere e cittadinanza, proprio lì dove un tempo sedeva la monarchia. «È un evento storico dal grande significato – ha dichiarato- che continua a rappresentare quella tensione viva tra istituzioni e popolo». Masaniello dunque non è soltanto teatro. È memoria che cammina, è storia che si fa carne, è rivolta che non invecchia nel segno di una Napoli che riscrive sé stessa sotto le stelle della sua eterna insurrezione.

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