venerdì, Aprile 19, 2024

Lotta all’obesità: Canada finanzia10 mln dollari per la ricerca del biologo napoletano Di Marzo

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Riconoscimento per Vincenzo Di Marzo, direttore dell’Istituto di Chimica Biomolecolare del CNR a Napoli: il governo canadese gli ha assegnato una “Canada Excellence Research Chair” presso l’Universita’ Laval di Quebec. Lo stanziamento di 10 milioni di dollari finanziera’ la sua ricerca dedicata allo studio della relazione tra il sistema endocannabinoide del cervello, responsabile dei segnali neurochimici come l’appetito, l’umore e la memoria, e la salute metabolica. Di Marzo, biochimico e farmacologo di fama mondiale, e’ da tempo impegnato nella lotta contro l’obesita’ e le malattie croniche associate. “Vincenzo Di Marzo e’ un leader mondiale nella chimica biomolecolare”, ha affermato il ministro della Scienza canadese, Kirsty Duncan. “Il governo canadese – ha aggiunto – e’ orgoglioso di sostenere la sua attivita’ di ricerca, che un giorno potra’ alleviare le sofferenze di persone colpite da disturbi metabolici, come l’obesita’ e il diabete di tipo 2, in Canada e in tutto il mondo”. Già era noto che gli endocannabinoidi stimolassero l’appetito, ma quello che è stato scoperto è che la molecola orexina-A è anche induttore della sintesi del 2-AG, che a sua volta attiva il recettore CB1 del sistema endocannabinoide nei neuroni Pomc dell’ipotalamo, spegnendo così la produzione di un altro ormone che blocca la fame. Quindi, se in situazioni normali questo meccanismo assicura la giusta energia durante la veglia, in caso di obesità ed altri malfunzionamenti, si innesca un meccanismo inverso che non riesce a controllare il senso di fame. Così, nei recettori dell’orexina-A si possono individuare dei potenziali strumenti per combattere l’obesità, che è diventata un problema mondiale della nostra generazione.

Di Marzo è inoltre professore aggiunto presso il Dipartimento di Farmacologia e Tossicologia del Medical College of Virginia (Usa), professore onorario presso la Buckingham University (Regno Unito), e da anni rientra tra i 3100 ricercatori più citati nel periodo 2003-2013 e tra i top five del suo settore. Nessuno al mondo padroneggia l’argomento delle endocannabinoidi (termine che lui stesso ha coniato) come fa lui.

 

 

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