venerdì, Marzo 29, 2024

Gli obiettivi di Cdp per Leonardo-Finmeccanica, Fincantieri e non solo in Fintecna

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

I tre punti del piano della Cassa depositi e prestiti in merito a Leonardo-Finmeccanica, Fincantieri, Enav e forse anche Saipem e St Microelectronics in Fintecna.

Nei giorni scorsi, il quotidiano ‘La Verità’ ha rivelato quello che sarebbe il piano della Cassa depositi e prestiti, presieduta da Massimo Tononi e guidata dall’amministratore delegato Fabrizio Palermo, in merito a Leonardo (ex Finmeccanica), Fincantieri, Enav e forse anche Saipem e St Microelectronics.

Un piano che si dividerebbe in tre punti fondamentali. Ovvero generare introiti da privatizzazioni, razionalizzare le varie partecipazioni pubbliche e unificare le aziende che spesso si ritrovano in concorrenza, come Leonardo e Fincantieri. La stessa Cassa depositi e prestiti non ha confermato, ma neanche smentito tutto ciò. Per quanto riguarda il primo punto, come riferisce il sito startmag.it, si tratterebbe di privatizzazioni in senso lato, perché ci si riferisce a passaggi tra Tesoro e società controllate dal Tesoro. Ma in grado comunque di produrre entrate per il ministero dell’Economia.

Gli obiettivi di Cdp per Leonardo-Finmeccanica, Fincantieri e non solo in Fintecna

L’idea, come si legge, è quella di far confluire in Fintecna le quote che attualmente il ministero dell’Economia e delle Finanze detiene in Leonardo (30,2%) e in Enav (53%). Che andrebbero ad aggiungersi a quelle pubbliche di Fincantieri, ma anche di Saipem e forse anche di St Microelectronics, secondo quanto è stato lasciato trapelare.

Le parole di Buffagni e Tononi e il piano dei Cinque Stelle

Il tutto si andrebbe a inquadrare in quel disegno che Stefano Buffagni, esponente di spicco del Movimento 5 Stelle vicinissimo a Luigi Di Maio e sottosegretario agli Affari regionali, aveva delineato in una intervista rilasciata nei giorni scorsi al Sole 24 Ore. “È necessaria una razionalizzazione delle partecipazioni.Ma sono i vertici di Cdp che seguono i dossier e decidono”.

Nel nuovo corso allo studio ci sarà sicuramente una sorta di cabina di regia sull’export basata su Sace e Simest, che preveda una maggiore diffusione sul territorio. Come confermato ieri dal presidente di Cdp, Massimo Tononi. “Vogliamo essere più presenti sul territorio: più persone di Cdp sul territorio e in grado di aiutare gli enti locali non solo quando si tratta di finanziare un’opera, ma anche di valutarla e progettarla”.

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