Cultura & Spettacolo

“Leggende e Storie di Napoli” il nuovo CD di Patrizia Fanelli

“Leggende e Storie di Napoli” il nuovo CD di Patrizia Fanelli, è stato presentato sabato 27 maggio nella meravigliosa Sala Filangieri di un “ritrovato” Archivio di Stato, scrigno prezioso e poco conosciuto della città partenopea.

Un grande fermento culturale animato da un’altrettanta folla composta ed entusiasta, ha salutato la presentazione del nuovo CD di Patrizia Fanelli “Leggende e Storie di Napoli”, nella grande e meravigliosa Sala Filangieri dell’Archivio di Stato di Napoli, sede da moltissimi anni dell’enorme Complesso Monastico dei SS. Severino e Sossio, nella cui mastodontica chiesa è sepolto Belisario Corenzio, brillante artista di origine greche che ha affrescato buona parte del complesso citato, che solo per questo andrebbe visitato; si narra che morì proprio in questa chiesa, nel 1646, precipitando dall’impalcatura mentre stava affrescando la cupola della stessa.

Ma torniamo a noi e al CD oggetto della presentazione: registrato presso gli studi della Rrsound con brani eseguiti dal Coro Polifonico e piccola Orchestra FALERO, che era il primo nome della città di Napoli, diretti da Patrizia Fanelli con l’anticipazione della presentazione dell’Inno della Magna Grecia, i brani del CD portano la firma del M° Patrizia Fanelli che è l’autrice sia dei testi che della musica.

Il prezioso CD è composto di dieci brani dedicati alle leggende e alle storie napoletane più suggestive, che vanno dalla Leggenda di Colapesce, alla storia di Eleonora Pimentel de Fonseca fino a Lenuccia Cerasuolo, eroina delle quattro giornate di Napoli, passando per il Mito di Ulisse e le Sirene e così via.

Nel corso della presentazione, ci sono stati numerosi applausi da parte del pubblico presente e numeroso (circa 230- 250 persone) che ha riempito la più grande delle maestose sale dell’Archivio di Stato, la già citata Sala Filangieri, impreziosita dal grande affresco dell’altrettanto già citato Belisario Corenzio.

foto di Raffaela Pignalosa

Dopo i saluti di benvenuto della Direttrice dell’Archivio, Candida Carrino, trasmessi attraverso il presidente dell’Associazione “I Sedili di Napoli” Giuseppe Serroni, per un impedimento della direttrice a presenziare alla stessa, la giornalista Laura Bufano, esperta in Musica e Cultura Napoletana, ha delineato un lusinghiero profilo sia del Maestro Fanelli sia del suo prezioso Ensemble, mettendo in luce la ricerca storico-documentale che ha dato origine a questo particolare CD. Al tavolo Ciro Raia, scrittore e presidente dell’A.N.P.I. dice che, quello della Fanelli, è un lavoro tutto pervaso dalla necessità di rendere visibile ed attuale la Memoria (musicale, linguistica, storica) di Napoli. Di grande spessore il richiamo a due nobili figure di donne come la Pimentel Fonseca e Maddalena Cerasuolo, una il completamento dell’altra. Eleonora: la mente, il pensiero. Lenuccia: il cuore, la passione, ma insieme per il riscatto e la rinascita di un popolo intero.

foto di Raffaela Pignalosa

Il Coro polifonico e piccola Orchestra FALERO è composto da 34 ragazzi di età tra i 16 e i 24 anni, ai quali si aggiungono un organico orchestrale di Arpa, Chitarre, Percussioni, Flauto traverso, Clarinetto in Si bemolle, Pianoforte, Violoncello e Contrabbasso. Il primo brano del CD si intitola “La Leggenda di Colapesce”.

Si tratta di una tarantella che parla di una leggenda medievale che narra di un ragazzo napoletano di Santa Lucia, che maledetto dalla madre, si trasforma in pesce. Poi abbiamo il secondo brano “Eleonora”, che parla delle ultime ore di vita della grande rivoluzionaria del 1799 e di quando, condannata a morte,  la portarono per le strade di Napoli, scortata dai Bianchi della Giustizia, fino ad arrivare a Piazza Mercato dove venne impiccata, per volere e per “vendetta” di Ferdinando di Borbone delle Due Sicilie e di sua moglie Maria Carolina d’Austria.

Nell’esecuzione del brano si sentono gli insulti dei Lazzari (Tenori e Bassi), che si esprimono in napoletano, ed Eleonora (Soprani e Contralti) che si esprime in italiano. Tutto ciò per mettere in risalto il fatto che se la rivoluzione voluta dagli intellettuali napoletani, i cosiddetti giacobini, non è andata a buon fine, è perché vi è stata incomunicabilità tra il popolo e la classe intellettuale che aveva voluto la deposizione del Re Ferdinando IV di Borbone e la nascita della Repubblica Napoletana.

Il terzo brano è “OIdisseo e le Sirene” versi tratti dal canto XII dell’Odissea di Omero su musica di Patrizia Fanelli. Questo canto, eseguito in greco antico,  narra di quando è nata Parthenope e cioè di quando Ulisse e gli Achei passarono per le coste di quella che diventerà nel tempo Napoli, dove vivevano le sirene Ligea, Leucosia e Parthenope.

Il quarto brano formalmente è nello stile delle Villanelle. Si tratta di “Villanella de Trezzetella”, parla della Napoli del ‘500 ed è ambientato a Forcella. In questo brano anche la lingua utilizzata è il napoletano che si parlava  nel ‘500. Il sesto brano è l’unico brano strumentale: “1902: la partenza dell’emigrante” e parla dell’ emigrazione dei napoletani dell’ inizio dello scorso secolo, che in massa partivano con i bastimenti per andare “ ‘a cercà furtuna America”.

E’ anche un omaggio alla casa cinematografica “Partenope Film”, prima casa cinematografica italiana, quando il cinema era muto ed un pianoforte commentava le scene dei film. Infatti è come se fosse la colonna sonora di un film sull’emigrazione (tema molto sentito dall’autrice). Il sesto brano è “ ‘A Tammurriata d’’o Munaciello” e parla di una giovane donna che una notte riceve per la prima volta la visita del Munaciello. Il settimo brano è  “Ninna nanna Nennillo mio”.

E’ una ninna nanna e come tutte le ninna nanne è senza tempo…parla di un bambino che non vuole addormentarsi “Schiara Juorno e nun vuò ancora durmì!” recitano i versi. Il bimbo vuole soltanto stare “Ciato a ciato” con la mamma, giocherellare con le manine ed ascoltare la sua ninna nanna.

L’ottavo brano è “So’ Lenuccia” e parla di Maddalena Cerasuolo, medaglia di bronzo delle quattro giornate di Napoli, del suo eroismo e di quando salvò il ponte della Sanità che i tedeschi volevano far saltare mettendo dell’esplosivo in un tombino. Il nono brano : “Nel claustro di Santa Patrizia” è un brano a cappella, nello stile della scuola musicale napoletana del ‘700.

E’ l’unico brano tutto in italiano e parla di una monaca di clausura del ‘700 che un giorno ha un grande turbamento. Si tratta dell’arrivo nella ruota (la ruota, o rota degli esposti) di un bambino. Lei sente il desiderio di maternità e vorrebbe sciogliere i voti, ma poi ascolta dalle grate che danno sulla chiesa sottostante,  l’angelica voce di un castrato  e si ravvede, capendo che quella era stata “LA TENTAZIONE” con la T maiuscola.

L’ultimo brano “Silvae” versi tratti da SILVAE (libro III), di Publio Papino Stazio (89 d.C.). I versi scelti da Patrizia Fanelli, ovviamente parlano di Napoli, o meglio della Neapolis del I secolo. E’ questo un componimento poetico dedicato alla moglie Claudia, la quale non vuol tornare a vivere a Napoli, città natale del poeta Stazio, volendo rimanere a vivere a Roma. Stazio per persuaderla, decanta le bellezze di Napoli e della cultura greca che c’era a Napoli che nulla aveva da invidiare a Roma. ll brano viene cantato in latino.

Alla fine della presentazione e della esecuzione dei brani è intervenuto Giuseppe Serroni che ha spiegato i motivi che hanno indotto l’Associazione I Sedili di Napoli, da anni impegnata nella tutela e valorizzazione dei Beni culturali intangibili, nel commissionare l’arrangiamento dell’Inno della Magna Grecia al Maestro Fanelli sui versi del poeta Davide Brandi e musica del noto soprano greco Sonia Theodoridou.

La bella ed emozionante mattinata, si è conclusa con un bis di melodie appassionate che Patrizia Fanelli ed il suo giovanissimo Ensemble hanno regalato al pubblico presente, visibilmente soddisfatto per la bella e particolare iniziativa. Il CD è in vendita nei migliori negozi specializzati e su Amazon.

Articolo pubblicato il: 30 Maggio 2023 17:48

Carlo Farina

Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.