martedì, Marzo 19, 2024

Legambiente, monitorati 31 punti della costa campana. Il 64% è inquinato

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Il mare della Campania è stato monitorato dalla Goletta Verde di Legambiente in 31 punti della costa. Ecco le zone che risultano inquinate.

Goletta Verde di Legambiente ha monitorato il mare in Campania in 31 punti della costa. Il 64% dei prelievi risulta inquinato. Le zone “fortemente inquinate” sono: la foce del fiume Irno a Salerno, il fiume Sarno tra Castellammare e Torre Annunziata, la foce dei Regi Lagni a Castelvolturno, la foce del canale di Licola a Pozzuoli e la foce del torrente Asa a Pontecagnano.

Il monitoraggio di Goletta Verde prende in considerazione il campionamento dei punti soggetti a un “maggior rischio” di inquinamento, individuati dalle segnalazioni  dei circoli di Legambiente e dagli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e sono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.

Legambiente, le zone più colpite dall’inquinamento

Legambiente segnala di aver presentato complessivamente esposti  alle Capitanerie di Porto per nove località, per le criticità riscontrate a Pozzuoli (Lido di Licola); alla foce del fiume Sarno e alla foce dell’Irno a Salerno, foce regi Lagni a Castelvolturno; per  la foce dell’Alveo Volla a San Giovanni a Teduccio; la foce fiume Picentino tra Salerno e Pontecagnano Faiano; la foce del Tusciano a Battipaglia; del Rio Arena tra Castellabate e Montecorice e del fiume Bussento a Policastro Bussentino.

La comunicazione ai cittadini è ‘errata’

I cartelli delle informazioni sono errati. E’ obbligatorio per tutti i comuni e dovrebbero indicare ai cittadini la classe di qualità del mare come ‘divieto di balneazione’. Ma non è così. I tecnici di Goletta Verde hanno avvistato in Campania soltanto un cartello rispetto ai 31 punti analizzati (alla foce del fiume Picentino, punto dove insisteva anche il cartello di divieto di balneazione).  A questa situazione si aggiunge anche il degrado e la presenza di rifiuti: da plastica a materiali ingombranti – riscontrati in oltre il 90% dei punti monitorati lungo la costa campana.

«Lo ribadiamo da anni, ma purtroppo non troviamo riscontri: è necessario affrontare con decisione il problema della mancata depurazione soprattutto per una regione, come la Campania, che nella risorsa turistico ricreativa connessa al mare fonda importanti opportunità produttive e lavorative – spiega  Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania –Con il nostro monitoraggio non intendiamo rilasciare patenti di balneabilità, sostituendoci alle autorità competenti in materia di controlli e di balneazione ma, con ‘fotografie’ istantanee, portare all’attenzione di amministratori e cittadini le criticità che minacciano la qualità e la salute dei nostri mari, affinché se ne individuino e risolvano le cause. Anche per questo continua l’azione legale di Legambiente affinché si affronti con decisione il problema della depurazione. Quest’anno abbiamo già presentato esposti alle diverse Capitanerie di porto segnalando in Campania ben 9 località fortemente inquinate”.

I dati di Legambiente

L’Unione europea ha sanzionato il nostro Paese. Sulla depurazione, l’Italia è oggetto di due condanne e di una terza procedura d’infrazione, che riguardano complessivamente 909 agglomerati urbani, di cui il 25% in Sicilia (231 agglomerati), 143 in Calabria (16%), e 122 in Campania (13%).

La Campania- denuncia Legambiente- risulta  la peggiore a livello nazionale per numero d’ infrazioni contestate dalle forze dell’ordine riguardanti depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti: sono 1.347 reati, il 22,1% del totale nazionale con un incremento del 43% rispetto lo scorso anno e con un exploit per quanto riguarda le persone denunciate o arrestate ben 1419(+23,2%) e per numero sequestri 526(+16,8).

Illeciti che riguardano  relativamente a impianti di depurazione non a norma, scarichi non allacciati alle fognature perché provenienti da case abusive, alberghi e abitazioni private che scaricano direttamente in mare o sversamenti illegali di residui industriali direttamente nei corsi d’acqua.

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